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AEROPORTO “IO NON C’ENTRO”: IL “FIGLIO DI…” SALVATO DA “PAPA’ RENATO”. E LA MAGISTRATURA ANCHE STAVOLTA DECIDERA’ TUTTO

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E’ arrivato il “papà” e ha risolto tutto o quasi: finisce la giornata della visita, l’ennesima, del Presidente della Regione Siciliana Schifani a Fontanarossa e il “bilancio” del disastro è quello della conferma della “copertura politica” da parte del governo regionale per la governance della Sac. Insomma, per Nico Torrisi e il suo staff ci pensa “Papà Renato”.

Il disastro, frattanto, continua. Dicono, però, che le cose stiano tornando alla normalità: a vedere le foto dei passeggeri anche oggi la realtà è altra. Ma è proprio la realtà il problema dei problemi: quale livello di coscienza della realtà hanno questi “gruppi dirigenti”?  Per loro ci vuole sempre un “Papà” che ci pensi, che li tragga dai guai, dai pasticci che hanno creato o hanno contribuito a creare. Insomma, la vita dei “figli di…”

Certo Forza Italia si assume una bella responsabilità: assieme naturalmente al governo regionale.  Certo, le “crepe”nel centrodestra si vedono: dopo Fratelli d’Italia è arrivato l’Mpa, insomma Raffaele Lombardo da vero leader va a traino…del partito che dovrebbe –si racconta- garantirgli un posto nel Parlamento Europeo.  Per Lombardo viene sempre prima l’interesse pubblico.

Lo “spettacolo” in corso è deprimente e devastante anche dal punto di vista culturale: come spiegare ad un ragazzo che in Sicilia (e in Italia) si possono fare pasticci grossi, ma proprio grossi, e restare al proprio posto, magari anche dichiarandosi preventivamente innocente? Sarebbe questo il famoso modello educativo delle “classi dirigenti”? Qui la meritocrazia dilaga…

Mentre dilaga la meritocrazia all’italiana (e gli enti di vigilanza dello Stato che fanno?) la magistratura è al lavoro: già perché visto che la “politica” (quella mirabile gestione di interessi privati da parte di gruppi di Potere interessati solo a questi) non decide o meglio decide di non muovere una foglia, tutto passa nelle mani dei magistrati. Come accade in Italia da oltre trent’anni. Non è la magistratura che si prende gli spazi di “supplenza”, è la politica ridotta a nulla che glieli lascia volentieri. Insomma, la “sorte” di Torrisi e company sarà decisa – in un senso o nell’altro- dal Procuratore Zuccaro. E non è  -su un piano sostanziale- un belvedere. Perché in Italia si può fare tutto o quasi: la responsabilità resta una brutta parola. “Detrito” di perfide culture di volgare stampo anglosassone.

Sul piano formale, l’indagine è in corso: attendiamo di conoscerne gli esiti finali, con l’augurio che il garantismo –anche stavolta bisogna esserlo- che vale per i “colletti bianchi” (semmai ce ne sarà di bisogno…) valga per l’ultimo degli scippatori.

Iena marco benanti

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Benanti

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