Chiediamo il supporto della testata telematica free press Sud, che com’è noto ha preso di mira il Presidente della Regione Lombardo, sguazzando felice nelle acque torbide dell’inchiesta Iblis, per far luce su alcune indiscrezioni circolate in città. Pur avendo cambiato direttori, stampatori e giornalisti, a proposito alcuni di essi hanno già minacciato azioni legali per violazioni del rapporto di lavoro, sud press ha resistito.

Complimenti! Avanti così!E’ anche vero che la testata ha ricevuto qualche querela, ma, grazie a Dio, non si è fermata neppure in questo caso, perché, impavida la conducono, petto in fuori, scudo in mano, bandiera della legalità al vento, i giustizieri che l’hanno creata.

In prima fila, si dice, ci sarebbe l’avvocato Fiumefreddo, ispiratore ormai neppure tanto occulto.E poi i titolari: Pier Luigi Di Rosa, consulente teatrale dell’avvocato, e Alessandro Basile a sua volta vicino all’imprenditore Alessandro Indovina.Nel congratularci con loro,  vorremmo, per una volta, emularli nella battaglia contro il male per il trionfo della giustizia e della legalità e chiedere il loro aiuto per far luce su una vicenda che necessita di chiarezza, quella chiarezza che Sud ha sempre preteso e per la quale afferma di battersi. E che noi condividiamo.

Bene, il Patto Territoriale per l’Occupazione “Catania Sud” è stato strumento, adottato sul finire degli anni ’90, per stimolare la ripresa economica: fra le tante iniziative di sviluppo annoverava interventi di infrastrutturazione e di insediamenti turistico- ricettivi nell’ambito della Playa.Con l’approvazione dell’accordo di programma relativo alla variante del Piano Regolatore di Catania, avvenuta con D.P.R.S. 24 marzo 2000, si è dato avvio al completamento delle iniziative del citato P.T.O..

Nell’ambito della realizzazione delle tipologie insediative, secondo indiscrezioni, si sarebbe celata l’ennesima azione furbesca ai danni della cosa pubblica.In osservanza al succitato P.T.O., la Regione rese disponibili terreni  demaniali a monte di viale Kennedy, che vennero assegnati per gran parte, a seguito delle previste procedure di individuazione dei candidati, ad imprenditori per la realizzazione delle programmate strutture alberghiere.Parte di quei terreni furono destinati, altresì, a collegare il comparto verde attrezzato, rappresentato dal Boschetto della Playa, con l’asse di distribuzione alle strutture balneari, rappresentato dal viale Kennedy.Il terreno  intestato alla Regione Siciliana, fu destinato:a)per  buona parte alla realizzazione di un albergo, a fronte di una modesta un’indennità di esproprio;b)per la restante parte a verde pubblico di collegamento fra Boschetto e viale Kennedy.

E ora poniamo alcune domande.

Prima domanda: qual è l’albergo previsto dal citato P.T.O. e realizzato sul suddetto terreno che avrebbe dovuto confinare con l’area di proprietà della Regione e destinata a verde pubblico, come si chiama?

Seconda domanda: la società assegnataria dell’area su cui oggi insiste l’albergo, non paga di essere stata beneficiata di un finanziamento con fondi europei e di un’acquisizione di un’area a forte valenza ambientale e reddituale attraverso un esproprio basso costo, ha inteso invece avere di più, anche quello che era stato mantenuto pubblico e destinato alla libera fruizione…?

Terza domanda: può essere che l’area destinata a verde attrezzato sia stata inglobata con grande disinvoltura fra le pertinenze dell’hotel e viene usata come proprietà privata, infrastrutturata in parte con una strada di servizio ed in parte con verde “privato” interni al complesso alberghiero, dopo essere stata recintata su tre lati, nord – est – ovest???

Quarta domanda: può essere che il relativo canone concessorio non sia stato mai pagato, perché l’area sarebbe stata utilizzata senza titolo? Conseguentemente l’indennità di occupazione dal 2001 al 2011, a quanto ammonterebbe comprensiva di rivalutazione monetaria e interessi?

Quinta domanda: può essere che oltre all’eventuale appropriazione indebita si configurerebbe l’evasione fiscale, considerato che il titolare della struttura alberghiera succitata avrebbe goduto di un bene non dichiarato (ancorché sottratto al godimento pubblico) che ha prodotto un reddito non dichiarato???

Sesta domanda: l’appropriazione “con scaltrezza” di un bene pubblico che rilevanza avrebbe?Settima domanda: chi è l’imprenditore o gli imprenditori di cui scriviamo???Come mai le autorità competenti non si sono accorte dell’eventuale irregolarità???Le domande desideriamo rivolgerle a tutti, al Comune di Catania, alla Capitaneria di Porto, al Demanio Regionale, all’Agenzia delle Entrate e ad ogni altra Autorità eventualmente interessata.I Blog e le testate giornalistiche d’inchiesta, compreso Sudpress, possono aiutarci ad amplificarle per ottenere le risposte che, speriamo, siano tutte negative e cioè che è tutto legittimo e regolare??? Restiamo in attesa.

 Iena Magmatica

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Redazione Iene Siciliane

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