Beni confiscati, oggi convegno di Libera, Cgil e Filt. Temi importanti ma scarsa partecipazione


Pubblicato il 07 Marzo 2021

di iena marco benanti

A 25 anni dalla legge sul riuso sociale dei beni confiscati alla mafia, si è svolto stamattina il convegno on line organizzato da Libera, Cgil Catania e Filt Catania. Un’iniziativa di per sè importante, con qualche intervento di valore, tra cui quello della vicepresidente di Libera Enza Rando. Un convegno che ha affrontato un punto decisivo nel contrasto alla mafia, quello dei beni confiscati, con sette relatori di “peso”, che però ha purtroppo deluso le aspettative di partecipazione auspicate dagli organizzatori. Peccato.

Il dato delle persone collegate on line durante la diretta Facebook è apparso subito preoccupante, con punte minime tra i 5 spettatori già dopo dieci minuti e 7 “spettatori” durante l’intervento del segretario della Cgil Giacomo Rota: “Più relatori che spettatori, ma dove sono finiti tutti?”, ha commentato amaramente un attivista sindacale che si è collegato alla diretta. “E’ vero che la domenica mattina non è fatta per le dirette social, e a meno che tu non sia Chiara Ferragni, non farle”, ironizza qualche analista “ma c’è forse un problema di credibilità politica, la “merce” più preziosa per un sindacalista o per un politico, che non si può eludere, soprattutto quando si parla di legalità. La gente deve percepire coerenza tra quello che si dice e quello che accade”.

Ed è probabile che la Cgil di Catania paghi il prezzo, tra l’altro, degli accadimenti dell’ultimo anno che hanno visto un dirigente sindacale intercettato nel corso dell’operazione antimafia “Malupassu” mentre chiedeva voti ad un esponente mafioso per le elezioni regionali del 2017, ma anche delle vicende giudiziarie relative al dissesto del Comune di Catania che investono l’area Pd-Cgil. “Il punto – è la conclusione dell’attivista sindacale – è come riconquistare rapidamente credibilità e autorevolezza politica in uno scenario che è di suo abbastanza complicato e nel pieno di una crisi della rappresentanza.” 


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