CATANIA FC: LA SOCIETÀ È’ ALL’ALTEZZA DEL COMPITO ?


Pubblicato il 09 Novembre 2023

C’è un evidente vulnus nell’organizzazione societaria del neo Catania Fc la cui propalata solidità, raccolti facili consensi al culmine di un’agevole e vittoriosa stagione in D, mostra la corda alle iniziali e difficili sortite nel primo step del calcio professionistico nazionale. Una serie C che non solo non sta vedendo il Catania tra i protagonisti – tra sconfitte a go go, sortite altrui al “Massimino”, gioco inconsistente e delusione assortita – ma ha limpidamente mostrato le lapalissiane criticità di un apparato societario ectoplasmatico.La proprietà si era presentata con un’aria di munificenza che appare ridimensionata: famigerata la boutade del patron Ross Pelligra secondo cui sarebbe stato possibile stanziare 100 milioni per vincere campionati in serie salvo scegliere la strada della decantata “sostenibilità” la quale non ha raccolto consensi neppure trai pazienti tifosi delle curve che all’abusata parola hanno inteso dedicare uno striscione critico al culmine di una contestazione palese nel corso della sconfitta interna contro l’Avellino La prima dirigenza non appare dotata di figure all’altezza: il british Vincenzo Grella -accreditato acriticamente da una stampa che i maligni accusano di essere bendisposta verso chiunque pur di ricevere i consueti inviti ai rinfreschi – non ha alcuna esperienza di dirigente sportivo pur ricoprendo i pomposi incarichi di vicepresidente ed amministratore delegato a fronte di un curriculum rachitico, con la mera annotazione – made in Wikipedia – che lo accredita di una non meglio specificata collaborazione con un gruppo di agenti in Inghilterra. Un po’ pochino per prendere in mano le redini di una società con obiettivi ambiziosi in CRecente l’ingresso di Mark Bresciano, altro ex giocatore, designato consigliere di amministrazione dopo una esperienza lavorativa che fonti aperte definiscono di “imprenditore”.Consiglio di amministrazione del Catania Fc che non annovera professori universitari, manager dallo standing internazionale, cfo di multinazionali , ma i soli Ross Pelligra, Mark Bresciano e Vincenzo Grella: i tre dell’Ave Maria che possono agevolmente convocare il consiglio di amministrazione dentro un’utilitaria. E resterebbe spazio Appare alla stregua di un clamoroso contrappasso che per salvare il salvabile di una stagione deludente la dirigenza, che ha presenziato a tutte le iniziative della destra locale e che ha di fatto sostenuto come un sol uomo la candidatura di Enrico Trantino a sindaco della città facendosi immortalare con i suoi esponenti apicali ad una miriade di iniziative targate Fratelli d’Italia, possa affidarsi in panchina al rifondarolo Cristiano Lucarelli sorta di “che Guevara” del pallone. 
La squadra arranca, la società – che alla snellezza di cui sopra assomma iniezioni a profusione di vecchie gestioni – tituba imbarazzata, la città si interroga. Soluzioni all’orizzonte ?
Saluti dubbiosi

Luca Allegra.


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