Catania, giovedì alle Ciminiere saranno presentati i due volumi del giornalista Salvo Barbagallo su Antonio Canepa


Pubblicato il 09 Ottobre 2012

di iena letterataSaranno presentati giovedì 11 ottobre, alle ore 17, alle CIMINIERE di Catania, con l’egida della Provincia Regionale di Catania e dell’Istituto per la Cultura Siciliana, i due volumi di Salvo Barbagallo “Antonio Canepa. Ultimo atto” e “L’assassinio di Antonio Canepa”, pubblicato da Bonanno Edizioni.I due volumi, interconnessi fra di loro, tracciano la vita del “professore guerrigliero”, creatore dell’EVIS (Esercito Volontario Indipendenza Siciliana), sino alla tragica fine in un “presunto” conflitto a fuoco con una pattuglia di carabinieri avvenuto alle porte di Randazzo il 17 giugno del 1945. Nello scontro, le cui circostanze non sono mai state chiarite, caddero anche due giovani, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice.Dopo il saluto del Presidente della Provincia, on. Giuseppe Castiglione, l’incontro-dibattito verrà introdotto e moderato dal giornalista e scrittore Salvatore Scalia, già redattore capo delle pagine Cultura del quotidiano “La Sicilia”. Intervengono, con l’autore, Valter Vecellio, capo redattore TG2 RAI, Corrado Rubino, presidente dell’Istituto per la cultura Siciliana, Marco Do Salvo, condirettore del quotidiano online “La Voce dell’Isola”.Un Paese che bagna i suoi passaggi epocali con il sangue e il mistero. Questa è l’Italia. Da Bronte ai briganti, da Canepa a Capaci e via D’Amelio è tutto un fiorire di momenti in cui, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia, il dissenso e le figure scomode sono stati soffocati nel sangue e senza che venissero perseguiti a dovere i responsabili di crimini efferati. E la domanda che viene da farsi, forse inutilmente, è: quando è incominciata la stagione delle stragi dell’Italia repubblicana? Quando la stessa ancora non lo era ancora, Repubblica, e usciva, a pezzi, da una guerra disastrosa.Quest’opinione viene certamente rafforzata dalla lettura dei due volumi (“Antonio Canepa ultimo atto” e “L’assassinio di Antonio Canepa” – nella collana Storia e Politica della Bonanno Edizioni- che compongono l’ultima fatica del direttore de “La Voce dell’Isola” Salvo Barbagallo, libri che verranno presentati a Catania Giovedì 11 ottobre, alle ore 17.30. alle Ciminiere.Salvo Barbagallo ha analizzato a fondo i documenti che, con difficoltà enormi, è riuscito a raccogliere sulla morte di Antonio Canepa. Creatore e comandante dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza Siciliana, la sua scomparsa avvenne in circostanze mai chiarite in quel di Randazzo il 17 giugno del 1945 e l’autore, senza esplicitare fino in fondo la tesi della strage di Stato, lascia che quest’ultima affiori tra le righe della sua ricerca appassionata. Prima di Portella della Ginestra e della tragica fine di Salvatore Giuliano, prima degli attentati e delle sparizioni dei sindacalisti socialisti e comunisti nelle campagne dell’interno della Sicilia, c’era chi agiva per oscuri motivi e faceva fuori, senza troppi complimenti, chi si opponeva a disegni diversi da quelli previsti.Delitto di Stato? Già, di uno Stato “nuovo” che ancora non era nato, e che però sapeva di non potersi permettere di perdere una risorsa strategica del suo territorio, la Sicilia. E a cui in molti, dall’estero, guardavano con occhi tutt’affatto disinteressati, nella prospettiva di rafforzare la propria presenza nel Mediterraneo.Antonio Canepa cadde, insieme a due militanti dell’esercito indipendentista, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice, “ufficialmente” colpito a morte dai proiettili esplosi dai fucili di una pattuglia di tre carabinieri. E di questa vicenda Salvo Barbagallo ricostruisce meticolosamente l’anatomia, mettendo a disposizione di tutti i documenti nei quali sono raccolte le dichiarazioni a verbale dei protagonisti del presunto conflitto, i tre carabinieri, delle dichiarazioni dei superstiti che scamparono al fuoco dei militari, di quanti potevano essere a conoscenza di ciò che realmente era accaduto. E l’autore del libro, inevitabilmente, giunge a conclusioni non certo lusinghiere: la verità su quanto si verificò a Randazzo è stata occultata sotto una montagne di menzogne.


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