Catania, lavoratori coop senza soldi: mentre la politica chiacchiera di un mondo inesistente, c’è chi fa la fame, ma non molla


Pubblicato il 22 Gennaio 2013

Una situazione emblematica di una condizione schizofrenica: mentre i politici raccontano del loro mondo, cioè il nulla mescolato col niente, le persone in carne ed ossa lottano(nella foto il presidio permanente sotto il comune). E arrivano a 100 giorni di protesta e testimonianza di cosa non è la politica e il rispetto per la dignità dell’uomo…pubblichiamo intervento di Corrado Tabbita Siena della segreteria territoriale del sindacato di base Usb Catania:“1, 2, 3 …… CENTO GIORNI E LA STORIA NON FINISCE QUI MA CONTINUACento giorni di denunzie, cento giorni di attese, cento giorni didisperazione ma la soluzione non arriva.I tanti appelli inoltrati al Presidente della Regione, al Sindaco di Cataniae alle Istituzioni in generale non sono riusciti ad abbassare la media di 7mesi di ritardi nei pagamenti delle fatture alle cooperative, associazioni eaziende che operano nel settore del socio-assistenziale di Catania.Trascorse le festività, Natale, Capodanno, Epifania, insieme ai catanesiindigenti, apparentemente invano, perché non hanno portato a soluzionidefinitive, ai lavoratori è cresciuto il desiderio di protestare con piùforza.Non basteranno gli scarsi risultati di questi giorni a spegnere la voglia digridare a tutti i catanesi il disastro a cui si sta andando incontro nonsostenendo una parte dell’interesse sociale di questa città.Siamo pronti a celebrare domani 22 gennaio 2013 i 100 giorni di ribellionead un sistema che non riesce a garantire la libertà di esistere allecooperative, associazioni, aziende, lavoratori ed assistiti.Chiediamo ai mass media di non abbassare il livello di attenzione e aicittadini catanesi di essere più solidali verso una categoria di lavoratoriche operano in un settore del sociale delicato, difficile e che richiede unaprofonda umanità.La città di Catania si prepara a festeggiare Sant’Agata. I miracoli e leGrazie che Le saranno chieste saranno tante.Le cooperative, le associazioni, le aziende, i lavoratori e gli assistitiaspettano da tempo una soluzione e finora non hanno mai creduto che fossenecessario un miracolo perché gli venisse riconosciuto ciò che è un lorodiritto, ma ora che si avvicina Sant’Agata …… si inizia a pensare chesolo un miracolo possa aiutare a salvare Catania”.   


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