Catania, presa di posizione del presidente dei medici etnei sulle aggressioni ai sanitari


Pubblicato il 29 Agosto 2024

Sanità pubblica, Studio AMSI: interviene l’Ordine dei Medici di Catania

AGOSTO 2024 RECORD DI AGGRESSIONI AI SANITARI
IL PRESIDENTE ALFIO SAGGIO: «LE MISURE MESSE IN CAMPO NON BASTANO»

CATANIA. «Non si tratta più di emergenza, la violenza contro gli operatori sanitari è ormai diventata endemica. Serve un cambio di rotta, apprezziamo lo sforzo del Governo nazionale, ma ciò che è stato fatto fin qui evidentemente non è bastato». A parlare è Alfio Saggio, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania. «Nonostante l’inasprimento delle pene recentemente introdotto a livello normativo, l’attribuzione della qualifica di Pubblico Ufficiale al personale sanitario, l’aumento dei controlli e dei presidi di polizia, niente riesce ad arrestare questa ondata di violenza. L’opinione pubblica continua a vedere nei sanitari i veri responsabili dell’impossibilità di accesso alle cure».

L’intervento del presidente Saggio giunge a poche ore dalla diffusione dei risultati dell’ultima analisi prodotta dall’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). Lo studio ha evidenziato un dato allarmante: dal primo agosto al 20 agosto 2024 in Italia, ogni giorno, senza interruzioni, almeno un medico o un infermiere ha subito violenza durante lo svolgimento della propria attività. Inoltre, negli ultimi 3 anni in Italia si è verificato un aumento del 40% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le donne che lavorano nella sanità.

«Le aggressioni sono il sintomo chiaro di un rapporto di fiducia tra i professionisti della sanità e i cittadini che si sta sfibrando. Alla base c’è un vuoto culturale. Non è accettabile quello che è accaduto recentemente in Puglia – ha aggiunto il presidente Saggio – le istituzioni devono assumersi ogni responsabilità. Il primo passo è di certo quello di approntare un piano straordinario di assunzione di personale che possa ripristinare l’organico originario delle unità operative. Allo stato attuale i camici bianchi dei Pronto Soccorso operano condizionati dalla paura. I PS sono ormai luoghi di guerra. Occorrono interventi seri per tutelare l’incolumità fisica dei medici e la dignità della nostra professione. La collega recentemente aggredita in Puglia ha anche presentato le dimissioni. Questo è il rischio che si corre in una situazione di terrore che contribuisce ad alimentare la fuga di medici e infermieri dai nostri ospedali. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato la propria disponibilità a valutare iniziative volte a proteggere maggiormente medici e infermieri, ora è arrivato il momento di far seguire alle parole i fatti».


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