Catania, processo ai fratelli Lombardo: colpo di scena, la Procura contesta l’aggravante mafiosa

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Stamane, il Pm Carmelo Zuccaro rende nota una decisione che rimette tutto “in gioco”. Se ne riparlerà il 19 luglio prossimo…Di Iena Giudiziaria, Marco Benanti

La Procura della Repubblica di Catania, con i Pubblici Ministeri Carmelo Zuccaro (nella foto) e Michelangelo Patanè, ha chiesto al giudice monocratico, Michele Fichera, della quarta sezione penale del Tribunale di Catania, nel processo in cui sono imputati di reato elettorale il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, parlamentare nazionale dell’Mpa, l’aggravante mafiosa, prevista dall’articolo 7 del decreto legge 152/1991. Secondo l’Accusa, che ha fatto formale contestazione, dalle dichiarazioni dei pentiti Maurizio Di Gati e Gaetano D’Aquino, emergerebbero profili da metodo mafioso nella ricerca del consenso elettorale e sopratuttto una ricerca “non selettiva -ha precisato il Pm Zuccaro- ma conosciuta il tutto il quartiere che viene coinvolto, ma probabilmente in una cerchia più vasta”. Di qui l’obbligo per l’Accusa della contestazione.Dopo una pausa, Accusa e Difesa, con il prof. Guido Ziccone, difensore di Raffaele Lombardo, hanno interloquito sulla contestazione ed è emersa, fra l’altro, l’ipotesi, piuttosto fondata, di una possibile riunione dei due procedimenti aperti contro i Lombardo, quello appunto davanti al giudice Fichera e quello davanti al Gup Marina Rizza, per l’udienza preliminare, dopo l’imputazione coatta disposta dal Gip Luigi Barone, che si terrà il 28 giugno.

Il giudice Fichera ha rinviato l’udienza al prossimo 19 luglio. Con ogni probabilità, vista l’aggravante mafiosa del reato elettorale contestato, il giudice Ficherà si dichiarerà incompetente e trasmetterà gli atti alla Procura, che dovrà successivamente chiedere un’udienza preliminare davanti ad nuovo Gup.Il Presidente Lombardo ha dichiarato ai cronisti: “sono molto amareggiato perché in fondo l’esito di questa contestazione, della quale prendo atto, della serietà ovviamente dell’ufficio del pubblico ministero, del quale non mai ho avuto nulla da dire, certo si tratta di ricominciare daccapo.Stamattina, i miei avvocati, d’accordo con me, avevano chiesto al Presidente di fare anche tre udieneze a settimana, se possibile anche di pomeriggio, perché pensavo, mi illudevo, il 12 luglio, altra udienza già fissata, potesse essere quella conclusiva.Se voglio entrare nel merito, devo dire: ho letto attentamente, perché me ne occupo ed è giusto che sia così, le dichiarazioni di Di Gati e le dichiarazioni di D’Aquino. Di Gati, nel 2006, prima di essere stato arrestato, l’unica volta in cui poteva occuparsi di politica dopo la fondazione del movimento per l’autonomia aveva dichiarato che sosteneva un candidato che stava in una lista che non era l’Mpa.Come ben sapete è discutibile, sarà contestato dagli interessati, ma D’Aquino ha parlato di un candidato diverso –da Lombardo Angelo che Raffaele- sia alle elezioni regionali del 2006 e che alle elezioni regionali del 2008, potremmo fare nomi e cognomi, ma voi lo sapete, se sono questi gli elementi per potere aggiungere questa contestazione del cosiddetto articolo 7, non lo so, sarà ovviamente un giudice che ne occuperà.In ogni caso, andremo anche ad un unico processo, sapete che abbiamo contestato che per gli stessi fatti, sapete bene che i vari testi che sono stati interrogati, i collaboratori sono stati interrogati su tutto tranne che sulle elezioni politiche del 2008, su tutto salvo che per un reato elettorale, purtroppo quello che si è fatto fino ad oggi, sapete bene con quanto scrupolo personalmente io e miei i difensori abbiamo partecipato a questo processo, cestinato, come se non se non si fosse fatto nulla. Ricominciamo daccapo. Devo dirvi anche questo. Lo dico perché lo si sappia:non ho un processo in corso, torno all’udienza preliminare, la quale potrebbe anche concludersi con una archiviazione, con un proscioglimento, non sono rinviato a giudizio, per nulla, se la mia decisione, per essere chiari, di dimettermi il 28 29 luglio non fosse motivata da una scelta politica io potrei rimetterla in discussione. Lo dico con molta chiarezza e a scanso equivoci, non cambia nulla perché la mia scelta è una scelta di natura politica, il 28 29 luglio io mi dimetterò perché, se Dio vuole, il 28 e 29 ottobre si voti”.

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Redazione Iene Siciliane

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