Crimine organizzato: sequestrati beni per 500 mila euro ad Antonino Vinci


Pubblicato il 07 Gennaio 2013

Riceviamo e pubblichiamo dalla Dia di Catania:

“La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha sequestrato una impresa individuale operante nel settore della ristorazione, beni mobili, rapporti bancari e postali per un valore complessivo di circa cinquecento mila euro riconducibili a VINCI Antonino, classe 1964, di Palagonia (CT), al vertice di una organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti operante nel territorio di Palagonia.La D.I.A. ha eseguito il decreto di sequestro e confisca emesso, ai sensi delle vigenti disposizioni antimafia, dal Tribunale di Catania – Collegio Misure di Prevenzione – in seguito ad un’articolata proposta avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia.Con il provvedimento ablativo sono stati sequestrati un esercizio commerciale esercente l’attività di ristorante, bar-gelateria, autovetture, rapporti bancari e postali riconducibili al VINCI ed ai suoi familiari, per un valore complessivo di circa cinquecento mila euro.Le indagini svolte dalla D.I.A. nell’arco temporale compreso tra il 1991 e il 2009 -finalizzate a rilevare la capacità reddituale del VINCI e del suo nucleo familiare- hanno permesso di identificare diversi cespiti patrimoniali che, benché formalmente intestati a prossimi congiunti del suddetto, sono riconducibili alla sua effettiva titolarità.Gli accertamenti di natura tecnico-economici hanno permesso di evidenziare forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, accolta dal Tribunale, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato inserimento del VINCI nell’ambito del traffico delle sostanze stupefacenti.

Il VINCI era stato tratto in arresto nell’aprile del 2006, nell’ambito dell’operazione “GOOD YEAR” eseguita dai Carabinieri di Catania, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacente, rivestendo nell’organizzazione il ruolo di promotore. Dalle indagini sono emersi collegamenti fra l’organizzazione e soggetti calabresi operanti nella Locride dai quali lo stesso si riforniva per l’acquisto di stupefacenti (cocaina ed eroina). Sulla base delle investigazione svolte il Tribunale di Caltagirone condannava il VINCI alla pena di anni 21 di reclusione, condanna confermata dalla Suprema Corte”.

 


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