CATANIA – “Apprendiamo, con vero dispiacere, solamente dalla stampa – afferma il Segretario Provinciale Avv. Pietro Lipera – nonostante la nostra presenza in seno al consiglio metropolitano, di esser stati totalmente esclusi dal novero dei delegati che affiancheranno il sindaco della Città Metropolitana, Avv. Enrico Trantino, nella conduzione amministrativa dell’ente. Una sgrammaticata decisone politica, atteso […]
CRONACHE DEI DISASTRI COMUNALI,CATANIA, “LUNGOMARE ACCOPPATO”: MALGRADO LA PROPAGANDA E L’UFFICIO STAMPA “ALLARGATO”, UN “POMERIGGIO-DISFATTA” PER BIANCO, CHE PERDE UN “PEZZO” DEL COMMERCIO CATANESE
Pubblicato il 12 Ottobre 2014
Due o tre “considerazioni fuori luogo” mentre già impazza la “verità” del Palazzo e dei suoi trombettieri….
di marco benanti iena anti antimafiosa
Scriviamo quanto segue avendo già visto “partire” a razzo -come nei peggiori regimi- la macchina della propaganda del Palazzo e dei suoi trombettieri. Che punta sull’episodio -avvenuto alla fine- di un’aggressione: episodio da condannare, senza usare troppe parole retoriche e finte come fanno questi propagandisti e i loro corifei. Perchè di cose da raccontare ce ne sono tante, forse troppe per chi vive all’ombra del Potere.

Il dato politico, infatti, è un altro: un “pezzo del commercio” catanese ha detto “Basta!” e ha chiuso. Buttato giù le saracinesche. Basta con l’arroganza, con metodi di governo autoritari, con decisioni dall’alto: questi esercenti non sono contro il “Lungomare Liberato” sono contro i metodi usati per arrivare a questa decisione. Avrebbero voluto altro, altri metodi e altri contenuti. Dall’altra parte è arrivato il silenzio di chi comanda e basta, al limite l’arrivo, trafelato, dell’assessore alla viabilità Saro D’Agata che, nel confronto con i commercianti, pur mostrando pazienza, non ha offerto nulla di concreto.

Nel frattempo, decine e decine di persone si sono fermate a lungo all’altezza di piazza Nettuno. Il lungomare è diventato, col passare del tempo, sempre più spettrale. Senza luci, senza un bar dove prendere una cosa da bere. Hanno chiuso tutti, tranne un esercizio legato ad una catena internazionale. A memoria di cronista non era accaduto mai niente di simile a Catania.
I commercianti hanno, poi, fatto la loro manifestazione, lumini in mano, arrivando in piazza Europa: al di là di slogan e di qualche parola “forte” non abbiamo visto alcun gesto di violenza. Poi, alla fine, in piazza Nettuno, l’episodio che racconteremo a parte.
Capiamo le “ragioni ideali” della propaganda e dei trombettieri di questa amministrazione inadatta ai problemi seri di questa città, ne comprendiamo le strategie: in realtà democraticamente mature sarebbero portate nelle scuole per fare vedere come non si fa, come non si trattano i cittadini.
Ma Catania ha le sue “regole”, le sue antiche “norme” di becero conformismo e disonestà intellettuale.
C’è, per fortuna, chi non china la testa, chi resta vivo e non campa per prendere uno stipendio a fine mese, per una vita da travet al servizio della propaganda di regime.



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