Cronache del Regime, le “verità” del podestà Enzo Bianco sulla nettezza urbana: dall’architetto Li Destri una lettera che fa chiarezza. Di tante falsità


Pubblicato il 24 Novembre 2018

Riceviamo dall’avv. Dario Riccioli e pubblichiamo il seguente comunicato stampa: 

“Lo scorso 20 novembre, con un post pubblicato sulla sua pagina facebook, reiterato in un video del successivo 22 novembre 2018, il past Sindaco di Catania Enzo Bianco, nel tentativo di replicare alla ricostruzione storica contenuta nel servizio andato in onda nel corso del programma denominato REPORT, avente ad oggetto il dissesto del Comune di Catania e le vicende legate alla gestione del servizio di Nettezza Urbana, ha ribadito la propria difesa, non risparmiando accuse, ancora una volta infondate, nei confronti dell’arch. Annamaria LI DESTRI.

 

L’unica verità storica contenuta nella fantasiosa ricostruzione offerta dal past Sindaco ai suoi followers è riferibile al licenziamento dell’arch. LI DESTRI, al mancato reintegro da parte del Tribunale civile di Catania – sezione Lavoro, nonché alla sentenza di condanna pronunciata nel corso del primo grado nell’ambito del processo penale.

 

È del tutto inutile ricordare, a chi tenta di giustificarsi sventolando provvedimenti di cui non conosce nemmeno la motivazione (dato che il Tribunale di Catania non l’ha depositata), i principi costituzionali che governano il nostro sistema giudiziario.

 

È, viceversa, utile ricordare come la storia giudiziaria del nostro Paese sia scandita da errori ai quali è stato possibile, e lo sarà ancora in futuro, porre rimedio con lo strumento dell’impugnazione.

 

Occorre chiarire come, nel tentativo di spiegare una vicenda che è stata correttamente ricostruita dall’ing. COCINA nella sua intervista a REPORT, la fantasia del past Sindaco riesce a confondere l’appalto per la gestione del servizio di manutenzione dei mezzi della NU dell’anno 2013 (per il quale l’arch. Li Destri ha subito una condanna in primo grado; è pendente il giudizio di appello) con l’appalto per l’affidamento del servizio di igiene urbana aggiudicato dalla RTI IPI-OIKOS.

 

I due appalti sono del tutto autonomi e privi di collegamento.

 

Con riferimento all’appalto per l’affidamento del servizio di igiene urbana, dispiace evidenziare come sia FALSO quanto sostenutodal past Sindaco in merito alla mancata applicazione di sanzioni e di penali. 

 

Infatti, con provvedimenti dirigenziali nn. 13/220 del 17 giugno 2013, 13/273 del 26 luglio 2013, 13/300 del 23 agosto 2013 e 13/346 del 8 ottobre 2013, l’architetto Li Destri ha firmato, insieme con il funzionario dott.ssa Balsamo, proposte di penali nei confronti della RTI IPI-OIKOS per più di € 500.000,00.

Non si comprende, pertanto, di quali “fondate perplessità” parli il past Sindaco quando si riferisce ai due Dirigenti della Direzione Ecologia.

 

 I provvedimenti sopra indicati sono facilmente consultabili nel sito del Comune di Catania (sic!).

È suggestivo evidenziare come l’applicazione delle penali (qui indicate a campione) faccia riferimento a un limitato arco temporale che va dalla data di insediamento del past Sindaco della città di Catania, fino alla data del licenziamento in tronco dell’architetto Li Destri avvenuta, come racconta chi ha avuto la responsabilità politica della Giunta cittadina e condotto al dissesto la città di Catania, per una evidente lotta alla corruzione.

Nessun evento corruttivo è stato mai imputato all’arch. LI DESTRI.

Dispiace, ancora una volta, dovere riportare la immaginosa narrazione del past Sindaco sui binari della verità, affermando come sia FALSA l’accusa rivolta all’arch. LI DESTRI di essere “quasi connivente” con le ditte che si erano aggiudicate gli appalti, tanto da ipotizzare “legami strutturali tra la Direzione e le ditte esterne”.

 

La falsità è talmente palese che rasenta il delitto di diffamazione.

 

È stato processualmente provato come, nel corso della Direzione del servizio Ecologia del Comune di Catania, l’arch. LI DESTRI abbia più volte denunziato fatti di reato commessi a danno del Comune, non solo dalle ditte che avevano in affidamento i servizi comunali, ma anche dai dipendenti delle ditte medesime.

 

Si rammenta la denunzia presentata dall’arch. LI DESTRI nei confronti di due dipendenti della ditta esecutrice dell’appalto di manutenzione dei mezzi per la raccolta della NU.

In quel caso l’accusa formulata dalla Dirigente era di truffa ai danni del Comune, articolata per mezzo di artifizi su fatture di acquisto di pezzi di ricambio e sulle presenze del personale sui luoghi di lavoro.

Denunzia poi archiviata dalla Procura etnea, dopo un’indagine durata ben 6 anni, perché seppur dalle indagini compiute dai NOE fossero emersi gravi indizi di colpevolezza “tali indizi non sono mai stati riscontrati con accertamenti concreti che possano dare conferma all’ipotesi investigativa; accertamenti che oggi non sono comunque più effettuabili visto il tempo che è passato dal periodo in cui si sono svolte le indagini”.

 

Si rammentano, ancora, le denunzie presentate dall’arch. LI DESTRI nei confronti dei legali rappresentanti di alcune ditte esecutrici di appalti di servizi del Comune di Catania per interruzione di pubblico servizio.

 

È stato, ancora, processualmente provato nel corso del giudizio che la vede imputata come, nel predisporre il bando di gara per l’appalto del 2013 relativo all’affidamento del servizio di manutenzione dei mezzi della NU l’architetto Li Destri in data 19 settembre 2013, ore 14.03 e 9 ottobre 2013, ore 9.53, avesse richiesto all’allora Sindaco Bianco e all’Assessore all’Ecologia di sospendere la procedura di gara, in attesa di una parere preventivo richiesto sulle prescrizioni inserite nel bando di gara e nel CSA dallo stesso architetto Li Destri proprio all’Autorità Nazionale Anticorruzione,.

 

In quei giorni, inoltre, l’architetto Li Destri aveva anche sollecitato allo stesso Bianco un atto di indirizzo politico sulla prosecuzione dell’attività di officina gestita dalla Puntese Diesel s.r.l.

Il direttore, in quella circostanza, aveva suggerito di procedere all’esecuzione di quei lavori con le sole risorse disponibili presso il Comune di Catania, con notevole risparmio di spesa e, pertanto, senza affidare a ditte esterne la fornitura del servizio.

Tale modo di procedere da parte dell’arch. LI DESTRI si era reso necessario in considerazione dell’atto di indirizzo politico che era stato lei imposto dalla precedente giunta Municipale, guidata dal Sindaco Stancanelli.

Infatti, com’è ormai noto a tutti, in data 3 gennaio 2013 la Giunta Stancanelli aveva varato il PIANO DI EQUILIBRIO ECONOMICO E FINANZIARIO che prevedeva, a carico di ciascuna Direzione, un taglio dei costi pari al 10% di quelli indicati nell’ultimo bilancio.

Tale piano di equilibrio, laddove applicato, avrebbe comportato un risparmio di spesa e, se come precisato dalla Corte dei Conti, fosse stato verificato dalla successiva Giunta Bianco, avrebbe certamente evitato il dissesto del Comune di Catania.

Analogamente, se la Giunta che si è insediata nel giugno del 2013 avesse continuato ad applicare le penali, così come fatto dall’arch. LI DESTRI e dai suoi dirigenti, il Comune di Catania avrebbe operato degli importanti risparmi sui costi di gestione.

 

Sarebbero questi i legami strutturali con le ditte esterne di cui parla il past Sindaco?

 

Il processo a carico dell’arch. LI DESTRI ha dimostrato che, nonostante la richiesta di sospensione dell’avviso di gara avanzata sempre dal Direttore all’Ecologia al past Sindaco del Comune di Catania (e rinnovata dagli stessi componenti del seggio di gara), in attesa di un parere sollecitato dalla stessa, l’Amministrazione Comunale volle procedere, a tutti i costi, allo svolgimento di quella gara (che si concluse senza aggiudicatari, per assenza dei requisiti).

 

Se tutto quanto narrato dal past Sindaco ai suoi followers sulla pagina facebook è stato dimostrato essere FALSO, purtroppo, corrispondono al VERO le accuse mosse dalla Procura di Catania nei confronti dei più stretti collaboratori del past Sindaco (alcuni fra questi, messi da Bianco in sostituzione dell’arch. LI DESTRI e dei suoi più stretti funzionari), che sono stati sanzionati con sentenza di condanna in seguito a richiesta di patteggiamento, passata in autorità di cosa giudicata.

 

Ma vi è ancora altro da specificare.

 

Infatti, provato già con i documenti sopra indicati (facilmente consultabili nel sito del Comune di Catania) che l’arch. LI DESTRI aveva correttamente eseguito i controlli delle ditte esterne e applicate le penali, occorre specificare che i cd. “sorveglianti” accusati dal past Sindaco nel suo post (due in particolare) e contrariamente a quanto ritenuto, non vennero licenziati perché non controllavano, bensì perché nella dichiarazione rilasciata per la verifica del conflitto di interesse, non avevano comunicato di avere dei parenti alle dipendenze di una delle due ditte esterne che componevano la RTI.

In realtà, in quella circostanza, il Tribunale di Catania – sezione Lavoro, dopo avere verificato che i parenti dei due sorveglianti erano stati assunti a tempo determinato, con contratto “stagionale”, ha dichiarato illegittimo il licenziamento e disposto la loro reintegra.

 

Viene a cadere, ancora di più, l’affermazione sui legami strutturali.

 

Il past Sindaco si lamenta del fatto che i Dirigenti che lui ha rimosso avrebbero ostacolato i Commissari nominati dal Prefetto per il contratto di gestione dell’appalto dei rifiuti, “iniziando a comminare sanzioni e penali ai commissari prefettizi, rendendo necessario un tavolo tecnico in Prefettura a seguito dei continui boicottaggi dei due. In pratica quando la ditta era ancora sotto il controllo dei proprietari privati, la Direzione Ecologia era quasi connivente, non comminava sanzioni, non controllava il servizio e addirittura i (non) sorveglianti comunali facevano assumere figli in quelle ditte. Quando i commissari prefettizi hanno assunto il controllo, sono stati ostacolati in tutti i modi, sperando di fare tornare i proprietari privati”.

 

Anche ciò è FALSO.

 

Abbiamo chiarito la questione dei sorveglianti e narrato l’epilogo della loro vicenda lavoristica.

Abbiamo, con le delibere sopra riportate, chiarito che le penali venivano applicate dalla Direzione Ecologia, quando l’arch. LI DESTRI era direttore.

 

Occorre chiarire gli altri punti messi in evidenzi, anch’essi FALSI.

 

Infatti, il Prefetto di Catania, con provvedimento prot. n. 36608 del 11 agosto 2014 ha emesso una interdittiva antimafia a carico delle società IPI/OIKOS, sulla base di alcuni presupposti che, in seguito, sono stati ritenuti dal CGA infondati, come da sentenza pubblicata il 6.3.2018 e pronunciata nell’ambito del procedimento iscritto ai nn. 1129/2016 REG.RIC – 125/2018 REG.PROV.COLL.

Con atti consequenziali, il Prefetto di Catania ha emesso due provvedimenti (n. 42093 del 18.9.2014 e 61502 del 19.12.2014) con cui ha disposto, in forza dell’art. 32 co. 10 D.L. n. 90/2014, la cd. gestione straordinaria della OIKOS, limitatamente all’appalto di igiene urbana del Comune di Catania aggiudicata dalla RTI e alla discarica denominata “valanghe d’inferno”.

 

Pertanto, come sa bene il past Sindaco, i Commissari sono stati nominati con atto del Prefetto di Catania, perché così prevede il D.L. n. 90/2014 per la gestione del solo appalto di igiene urbana, e non potevano decadere dalla funzioni se non per atto dello stesso Prefetto.

Pertanto, è FALSA E INFONDATA l’accusa rivolta ai Dirigenti del Comune, perché nessuna competenza avevano e hanno, per fare rimuovere i Commissari.

Inoltre, contrariamente a quanto ritenuto dal past Sindaco (che mente sapendo di mentire) nessuna penale o sanzioni poteva essere applicati ai Commissari nominati dal Prefetto, perché i costi del servizio (compresi i lauti compensi dei Commissari) venivano sopportati dalla società e pagati con i mezzi propri.

Viceversa, il past Sindaco non ha spiegato perché (se la sua ricostruzione avesse un fondamento di verità) dall’ottobre 2013 (mese del licenziamento dell’arch. Li Destri) al 18 settembre 2014, nonostante le segnalazioni della dott.sa Balsamo nulla si sa dell’applicazione delle penali.

 

 Tanto si doveva per dovere di verità.

 

arch. Annamaria Li Destri                                                             avv. Dario Riccioli”.    


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