Cronache fantastiche (diciamo così) della commedia catanese: quando un “editore” decise di “scalare”. Tutto. Ma senza sapere se fosse davvero deciso a farlo!


Pubblicato il 10 Marzo 2015

DI IENA DEL FANTAGIORNALISMO

Caro lettore, ti avverto subito, quello che sto raccontando non è una storia seria. E’ una storia catanese, quindi, come agevolmente capirai, è una storia che in ogni caso, da qualunque punto di vista la vedi, fa ridere.

E non è vera, nel senso che non merita di essere trattata con il rango della verità: al massimo con quello della catanesità.

Una storia catanese in fondo fa sempre ridere, perché ha come cornice un posto che fa ridere. Popolato di teatranti incalliti: finti giornalisti, finti imprenditori, finti magistrati, finti cattolici, finti comunisti, finti fascisti, finti criminali, da finti, insomma.  Un immenso palcoscenico dove recitano tutti, si cambiano d’abito e ciascuno diventa il suo contrario; un luogo comico, insomma, dove si mente con la stessa facilità con cui si scorreggia. E non si paga mai. Nessuna responsabilità, nessuna, di nessun tipo.

Ebbene, in questo “festival del finto” poteva mancare l’editore che vuole “cambiare” tutto? Non poteva mancare, mio caro lettore. Lui, l’editore che aveva “deciso” (di “cambiare” tutto, ma tutto davvero, così in fondo che tutto è rimasto inalterato), ad un certo punto, della commedia catanese, è venuto fuori in tutto il suo splendore.

Lui è un “free man”, un “uomo libero”, un vero “liberale”, insomma uno per cui contano solo i risultati, mica le amicizie politiche, chessò di un alto dirigente del comune, o l’ “intruppamento” politico-economico-giudiziario-mediatico, come consigliano da decenni le “scelte di vita” della “città-commedia”. Dove per sopravvivere bisogna, ogni giorno, recitare. E fare ridere. Anche e soprattutto di sé stessi.

Questa favola racconta che ad un certo punto l’ “Imprenditore libero” cerca non amici di qualche politico da travestire da cronisti (magari “antimafiosi”), ma addirittura…giornalisti! E chi fa tramite con loro? Come accade nelle “società libere” un bel politico, proprio bello. E convincente. Sembrava tutto vero.

O no? Ma, aspetta letttore, siamo a Catania.  Che credi? La commedia è appena cominciata

To be continued


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