DEMOCRAZIA SOSPESA AL PORTO DI CATANIA: FRANCESCO DI SARCINA COME UN AUTOCRATE RUSSO


Pubblicato il 05 Novembre 2025

comunicato stampa.

Nel dicembre del 2024 il Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale aveva approvato la nuova proposta di Piano Regolatore del Porto di Catania, che da subito nella città che aveva destato stupore e contestazioni. Associazioni ambientaliste, comitati di cittadini avevano stigmatizzato la portata speculativa delle nuove previsioni urbanistiche e lo stesso consiglio comunale aveva approvato notevoli emendamenti alla proposta di PRP, per ridurre l’impatto urbanistico e ridimensionare opere e edificazioni. Nell’ambito della procedura la stessa regione Sicilia aveva contestato le previsioni del PRP, le imprecise e colpevolmente generiche norme di attuazione, tagliando buona parte delle opere e delle nuove costruzioni.

L’opinione pubblica e le autorità che si erano pronunciate si attendevano il recepimento delle critiche e delle prescrizioni da parte del dr. Francesco Di Sarcina, attuale presidente dell’Autorità del sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale, che aveva l’obbligo di presentare ulteriori documentazioni corrette e modificate agli enti preposti.

Invece il dr. Di Sarcina, in perfetto stile da autocrate russo, nel segreto delle stanze del porto di Catania, si è limitato a ribadire quasi del tutto il PRP tanto contestato, ignorando le prescrizioni, le raccomandazioni ed i pareri negativi e riconfermando la portata speculativa e sovradimensionate delle sue previsioni.

Non è pensabile che un’opera così decisiva per lo sviluppo della città, contenente una pioggia di interventi che modificherebbero irrimediabilmente l’identità di Catania, possa essere decisa senza un confronto democratico ed in aperto sfregio alle tante critiche emerse nel corso del tormentato iter del PRP. Così si sospende la democrazia e si annulla ogni controllo democratico sull’operato di una delle istituzioni più importanti della nostra città.

Il presidente Di Sarcina ha riconfermato l’allargamento a nord del porto e la nuova darsena che danneggerà la scogliera dell’Armisi, contravvenendo alle prescrizioni della regione Sicilia che avevano escluso dal progetto del nuovo porto turistico la storica scogliera cittadina.

Il muovo PRP continua a prevedere interventi di cosiddetta rinaturalizzazione del torrente Acquicella, che altro non sono che lo spostamento del suo alveo, contravvenendo alle prescrizione della regione Sicilia che aveva vietato ogni intervento di impermeabilizzazione e di rettificazione del corso d’acqua.

Il nuovo PRP conferma la sua portata speculativa, prevedendo la costruzione di 1.470.500 di mc di palazzi ed edificando così una nuova città pari, per intenderci, a Tremestieri Etneo. Inoltre le nuove costruzioni dovrebbero essere realizzate nel cuore della città, nell’area della dismessa cementeria e in quella dell’ex ente fiera, con un impatto gravissimo sugli equilibri urbanistici di Catania: così il l’Autorità del sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale trasforma la propria azione in pura speculazione edilizia, realizzando strutture che nulla hanno a che vedere con le attività proprie di un porto, che ai sensi dell’’art. 3 della legge n. 84 del 28/01/1994 possono essere solo commerciali e logistiche, industriali, di servizio passeggeri, ivi compresi i crocieristi, pescherecce, turistiche e da diporto.

Inoltre, cosa ancora più grave, viene ignorata la richiesta della Soprintendenza di produrre planimetrie e norme di attuazione più dettagliate, in cui sia riportata la zonizzazione sia di terra che di mare comprensiva delle aree retroportuali, contenenti la destinazione d’uso in coerenza con i vincoli esistenti, o in itinere, su buona parte di quelle aree, come ad esempio l’ente fiera.

La città di Catania viene derubata del suo futuro da un’autorità che, in modo autocratico ed ignorando ogni percorso democratico e trasparente, trasforma il porto in una nuova città, in barba ad ogni prescrizione e senza il necessaria verifica prevista dal parere delle autorità competenti..

Sinistra Italiana sostiene i cittadini e le associazioni che in questa città si sono mobilitati contro ogni devastazione del territorio ed erosione dl suolo per fini speculativi: il porto è e deve restare dei catanesi : l’autorità portuale non è un potere autocratico.

Sinistra Italiana nei prossimi giorni presenterà un’interrogazione urgente al parlamento e un esposto alla magistratura per violazione degli obblighi e delle prescrizioni contenuti nei pareri della regione Sicilia.

Il segretario provinciale Giolì Vindigni il segretario cittadino Marcello Failla


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