Politica

E’ nato lo statista di Pedara

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di iena al servizio della Reazione Marco Benanti.

Ecco, dopo le regionali e le politiche del 25 settembre 2022, un altro capolavoro del segretario regionale Anthony Barbagallo, dal titolo: Le elezioni comunali a Catania 2023.

Ma andiamo in ordine. Il grande dirigente nazionale, dopo aver messo in tasca, alle scorse elezioni  il suo doppio seggio sicuro sia a Roma che a Palermo (ricordate la storia degli impresentabili alle regionali e di Valentina Scialfa alle nazionali) candidandosi sia per il Parlamento nazionale che per quello regionale, ha scelto di candidare a sindaco Emiliano Abramo per la “grande” coalizione progressista, senza passare dalla direzione provinciale del PD e litigando aspramente con Enzo Bianco che da mesi diceva di essere il candidato “civico” della città.

Tutti sappiamo come è andata a finire: il candidato in pectore o per motivi “personali” o per motivi “politici” lascia dopo 48 ore la coalizione, letteralmente a piedi, decidendo di non candidarsi. Allora le forze del progresso catanese decidono di ripiegare sul professore Maurizio Caserta, uno stimato docente, una bravissima persona ma per molti un “marziano” a Catania, per altri più smaliziati un minoritario (politicamente parlando) anche al Corso Italia.

Inizia una campagna elettorale a tratti surreale: la prima uscita del candidato è ad Ognina, nella piccola piazzettina dedicata al compianto Giambattista Scidà (la cui voce fuori dal coro manca tanto), però per i catanesi anche i più anziani sapere precisamente dove si trovi questo luogo è un mistero anche utilizzando Google Maps, ma tralasciamo i dettagli.

Le prime azioni del candidato Caserta sono contrapporsi a Bianco, tranne che dopo la condanna della Corte dei Conti, subita da quest’ultimo per il dissesto del Comune di Catania, richiamarlo all’interno della coalizione come alleato, cercando il sostegno della sua lista, Bianco per Catania (che parrebbe non superare lo sbarramento), con lo sgomento dei”duri e puri” della coalizione, e il tutto con la grande regia del segretario regionale del PD Barbagallo e della sua fida “scudiera”, la segretaria provinciale Mariagrazia Leone.

La coalizione si allarga anche alla lista di uno sconosciuto come Riccardo Tomasello. E’ “l’ora del popolo”, noto per essere stato nominato dall’allora sindaco Pogliese come presidente del Comitato agatino per i festeggiamenti della santa padrona della città (la sua lista si attesta allo 0,5%), anche questo con le lamentele dei benpensanti di sinistra.

Ma continuando, tra le prime cose dette dal candidato del fronte progressista, c’è stato il tema della legalità, al grido di “bisogna avere regole e sanzioni certe”. Il solito diluvio di banalità.

Diciamo le cose come stanno: Caserta ricevuto lo scettro di candidato della coalizione, ha fato quello che poteva, senza organizzazione politica alle spalle, senza segreteria, staff, comunicatori, finanziatori della campagna elettorale, ha fatto quello che ha fatto (con il suo 23% circa): è stato un bravo dilettante (politico) allo sbaraglio (ricordate la “Corrida” del grande Corrado).

Ma la vera domanda è: dopo questa ennesima sconfitta di chi è la responsabilità? Si farà come sempre finta di niente? Il segretario regionale del PD Barbagallo resterà dopo la terza sconfitta di fila (nazionali, regionali e amministrative) ancora al suo posto di comando? La segretaria provinciale dirà qualcosa? I due deputati regionali, Burtone e Savarino, batteranno un colpo? Ai posteri l’ardua sentenza, ma una sconfitta storica così cocente non c’era mai stata, la destra con Trantino (figlio) sfiora il 67%, e cioè 2 catanesi su 3 (tra coloro che hanno votato) lo hanno scelto, alle scorse amministrative Pogliese con due liste di coalizione in più si fermava al 52%. Trantino non è il sindaco che ha vinto nelle periferie, è il sindaco della “città perbene” , la città trasversale che attende….Nel suo infinito cinismo il catanese è pronto a salire… sul carro del Pnrr?

Che dire Maurizio Caserta è stato un “buon” partecipante a questa maratona amministrativa.

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Benanti

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