EDITORIA E POLITICA, INDIPENDENTISMO SICILIANO: DA UN INCONTRO TANTI SPUNTI DI VERITA’


Pubblicato il 18 Settembre 2014

Un argomento che fa sempre discutere, malgrado tanti ostacoli….

di iena pro Canepa

Espunto dai libri di storia della formazione scolastica dell’Italietta e del suo stato postfascista (e non antifascista), l’indipendentismo siciliano è sempre tema “caldo”, anche perché tanti, tanti, troppi ne sanno poco o nulla. Non un caso, una scelta precisa, politica, dei gruppi di comando, quelli veri, dell’italietta. Per fortuna, ancora se ne parla dalle nostre parti: come accaduto qualche giorno a Mascalucia, grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale, con un convegno molto partecipato, nel corso del quale non sono mancati momenti polemici.

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Più di un convegno è stato, in un certo qual modo, un momento di “incontro”, quello tenuto all’Auditorium comunale di Mascalucia, promosso e organizzato dal vice sindaco Fabio Cantarella: il tema “L’Indipendentismo siciliano fra mito e realtà” ha visto infatti un’ampia partecipazione di pubblico e di personalità del mondo politico e imprenditoriale. Al tavolo dei relatori Pino Firrarello, Angelo Attaguile, Turi Grillo e con loro il professore Mauro Guarino della facoltà di Lettere dell’ateneo catanese, il presidente dell’Istituto “Terra e Liberazione” Mario Di Mauro e il giornalista Salvo Barbagallo. Un tavolo di relatori abbastanza variegato, assemblato dal vice sindaco Fabio Cantarella, promotore e organizzatore appunto dell’incontro che è apparso sin dall’inizio come una sorta di convention, viste le interessanti presenze in sala, dal cavaliere del lavoro Giuseppe Benanti a Stella Rao, da Roberto Commercio e Giuseppe Arena, al giovane presidente dell’associazione culturale “La Sicilia ai Siciliani” Gianluca Castriciano, giunto per l’occasione da Messina.

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Dopo il saluto del sindaco di Mascalucia Giovanni Leonardi, e l’ introduzione al tema da parte di Fabio Cantarella, che si è assunto l’ onere del moderatore, a prendere la parola d’avvio è stato Turi Grillo, autore di un recente romanzo storico, “Il delitto Sicilia”, nel quale affronta avvenimenti legati all’indipendentismo siciliano.  Grillo ha spiegato che attualmente in Sicilia non ci sono segnali di “voglia d’indipendenza” anche se permane come “ideale”, ma richiesta di “cambiamento” certamente c’è. A seguire Angelo Attaguile, nazionale della Lega delle Autonomie, ha spiegato come il suo partito intende “sposare” le istanze siciliane, e quindi come il libro di Grillo assuma un alto significato politico.

L’intervento di Mario Di Mauro ha rotto gli schemi: “l’Indipendenza della Sicilia non è un mito, né una realtà: la Sicilia oggi non ha una sua identità, quando la conquisterà sarà maggiorenne”. Di Mauro ricorda lo scempio che è stato fatto della Sicilia, di quella Sicilia che interessa a tutti solo quando la intendono sfruttare, così come si sta facendo con le continue concessioni per le trivellazioni del petrolio.

Puntuali nelle osservazioni storiche le parole di Mauro Guarino, che parte dall’analisi dei libri di Salvo Barbagallo “Antonio Canepa ultimo atto” e “L’uccisione di Antonio Canepa”, con annotazioni anche tecniche sulle “interpretazioni dei fatti”, per finire con il denunciare e chiedersi apertamente “ma dove eravamo noi?” quando i fatti accadevano.

Da parte sua Pino Firrarello –per lui l’indipendentismo è “un periodo storico da dimenticare”- ha fatto riferimento all’assenza di una cultura che doveva svilupparsi con l’Unità d’Italia.

A conclusione del ciclo di interventi, a Salvo Barbagallo è toccato il compito del contradditorio: a Grillo ha rammentato che il vivere troppo tempo fuori dalla Sicilia comporta inevitabilmente la perdita del “contatto diretto” con la realtà isolana e non conoscere approfonditamente cosa vogliono i giovani siciliani; ha dovuto contraddire Attaguile sostenendo che le “barriere” nord-sud sono lontane dal cadere, apprezzando però il suo ottimismo perché ciò si verifichi; a Firrarello ha rivolto l’invito che la classe politica prenda veramente coscienza dei propri errori e agisca di conseguenza senza attribuire responsabilità al tizio o al caio che non serve a nessuno, concludendo che oggi bisogna dare ai giovani non “risposte” vaghe ma la sicurezza di un domani.

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Riprendendo il suo ruolo di moderatore, prima di avviare il dibattito con il pubblico presente, Fabio Cantarella ha riportato alla memoria il documentario che nel 1980 il regista Damiano Damiani realizzò per Rai Tre, “Sicilia…un sogno”, dove il regista dette la parola a protagonisti dell’indipendentismo siciliano allora ancora viventi, a storici, a politici, a imprenditori. Un documentario che dimostrava come la richiesta dell’indipendenza della Sicilia fosse una realtà, ma che sarebbe rimasta “un sogno”. Cantarella ha sottolineato che nonostante siano trascorsi  35 anni dalla realizzazione di quel documentario la gente di Sicilia quel “sogno” non lo ha cancellato.

Diversi gli interventi del pubblico, accalorati e interessanti come quello del Cavaliere del Lavoro Benanti (“Occorrono nuovi parametri per avere cambiamenti concreto e un forte riscatto civile e morale), di Giuseppe Arena (Anche il “popolo è da considerare complice” se i politici hanno preso il sopravvento), di Gianluca Castriciano (Non dimenticare che non si è voluto fare il Ponte sullo Stretto, e lo stesso sindaco di Messina cammina con la maglietta “No al Ponte”), e di altri che hanno suscitato pure vivaci, ma contenute polemiche.

 

 

 

 

 

 

 

 


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