Giudiziaria, chiude il Tar? Mobilitazione del Codacons. Che annuncia: il 6 settembre marcia a Roma


Pubblicato il 21 Giugno 2014

Il segretario nazionale Francesco Tanasi apre comitato di protesta nella capitale

 LA POTESTA ARRIVA SUL WEB WWW.FACEBOOK.COM/NOCHIUSURATAR

 

Nuovo intervento del Codacons contro la prospettata chiusura della sezione distaccata di Catania del Tribunale Amministrativo Regionale così come annunciata dal Presidente del Consiglio Renzi e che dovrebbe concretizzarsi il primo ottobre prossimo.

Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons che nei giorni scorsi ha annunciato che il Codacons impugnerà nelle sedi giudiziarie il provvedimento di legge che in nome di non ben precisati risparmi di costi darebbe un colpo di spugna alle sedi distaccate dei TAR è istituito a Catania, Siracusa, Ragusa, Messina e Enna comitati cittadini contro la chiusura del TAR , oggi lancia nuove iniziative di protesta tra le quali comunica  una marcia dei cittadini- utenti della giustizia a Roma il 6 settembre, di aver aperto anche nella capitale  un comitato di protesta ( Roma viale Mazzini 73) e l’ apertatura su facebook di una fanpage www.facebook.com/nochiusuratar.

Tanasi evidenzia come nell’ambito del progetto di riordino della Pubblica Amministrazione più volte annunciato dal Governo nazionale, la chiusura delle sezioni distaccate dei TAR, fra cui quella di Catania ( terzo TAR d’italia per numero di ricorsi), non comporterebbe alcun risparmio di spesa e anzi costituirebbe un elemento di maggiore costo sociale per la collettività che si vedrebbe costretta ad affrontare ingenti spese legali e di trasferta per l’esercizio del diritto di difesa. Quanto ai risparmi dei costi, afferma Tanasi, va messo in risalto il fatto che il personale dovrebbe continuare a essere retribuito regolarmente anche se in altra sede; i locali dove sistemare gli uffici andrebbero trovati in locazione. Insomma, dice Tanasi, appare tutta un’operazione di facciata allo scopo di dimostrare presunti risparmi nella gestione della giustizia. Un altro elemento da mettere in risalto è quello relativo al carico di lavoro che, come ampiamente dimostrato dai dati ufficiali, è maggiore a Catania rispetto a Palermo. Infine, afferma Tanasi, anche le amministrazioni locali della Sicilia Orientale, si vedrebbero costrette ad aumentare i costi per l’organizzazione delle più lunghe trasferte.

 


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