“giustizia talebana”: comunicato della Camera Penale di Catania sulla “morte” della prescrizione

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La prescrizione e la verità
All’alba del 2020 la prescrizione dovrebbe “morire” per mano del legislatore.
Dopo la sentenza di primo grado, dopo cioè la pronunzia di un Giudice che abbia, indifferentemente, condannato o assolto, il reato, quel reato, non potrà più estinguersi per prescrizione.
Lo Stato manterrà sempre la possibilità di decidere.
La prescrizione ha un rapporto conflittuale con la Verità.
Si dice: alla Prescrizione si arriva per “colpa” degli avvocati che brigano con cavilli e manovre per allungare il processo e salvare i loro assistiti, ovviamente sempre colpevoli. Anzi, più il cliente è ricco più l’avvocato è bravo, e più l’avvocato è bravo, più il cliente ricco la fa franca. Arriva alla prescrizione
Ma non tutti sanno e non tutti dicono (anche quelli che per lavoro, dovere e competenza sanno perché devono sapere) che quando l’avvocato chiede il rinvio per qualsiasi motivo diverso da un errore della macchina del processo, da un intoppo nell’organizzazione non imputabile certo all’imputato, i termini di prescrizione si sospendono, anche anni e anni nel corso del processo, giungendo così alla perfetta inutilità di mezzi, mezzucci e trabocchetti di qualsiasi avvocato, del ricco come del povero.
Si dice: senza la prescrizione i processi saranno velocissimi, perché gli avvocati non potranno più giocare con la lunghezza del processo e, quindi, tutto sarà veloce.
Ma non tutti sanno, e anche qui non tutti dicono, che senza la spada di Damocle della prescrizione, i processi potranno rallentare perché nessuno, NESSUNO; potrà essere sanzionato per pronunzia di prescrizione che è spesso il frutto dell’errore della macchina del processo, dell’organizzazione, della distrazione di chi questa macchina guida. Con il risultato che i processi cresceranno in numero e rinvii, tanto la prescrizione in appello non opera più!
Nessun dice che l’imputato condannato e, ancor meglio e di più, l’imputato assolto la cui sentenza verrà impugnata al Pubblico Ministero, potrà restare in questo limbo della eterna pendenza del processo d’appello (tanto non c’è premura, la prescrizione non c’è più), con un carico pendente che nel paese della Legge Severino potrà impedirgli di assumere cariche, di trovar lavoro, di essere sospeso o estromesso dalla pubblica amministrazione.
Nel Paese in cui già il processo pendente o la condanna non ancora esecutiva, definitiva, può essere già sanzione, pena da subire, ostacolo alla vita. Ansia senza fine, la prescrizione “defunta” non opererà più come rimedio, come stimolo alla Stato ed alla macchina del processo, come temperamento all’eterna agonia del processo perpetuo. Fine processo MAI!
DI fronte a questo scenario, a questa Bomba Atomica, L’Unione delle Camere Penali Italiane, e la Camera Penale “Serafino Famà” di Catania fanno sentire la propria voce a tutela dei diritti degli “utenti” della Giustizia, dei cittadini e dei loro diritti.
Anche, e soprattutto, delle persone offese dei reati che dovranno attendere la fine lontana di processi penali per adire poi il Giudice Civile.
Per questo, per questo diritto alla Giustizia celere e responsabile, ad un processo che funzioni, è indetta l’astensione dalle udienze per la settima dal 21 al 25 Ottobre 2019.
Per questo i Penalisti di Catania si riuniranno in assemblea, Aula Adunanze del Palazzo di Giustizia alle ore 11:00 del 22/10/2019, per dare voce alle storie di ordinaria lunghezza dei processi, dei guasti del tempo prolungato.
Il Direttivo.

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Benanti

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