Grammichele: Occhiolà e «Gran Michele» una lettura attraverso i Riveli della storia delle famiglie dal 1569 al 1755


Pubblicato il 02 Dicembre 2023

I Riveli, documenti per anni custoditi nell’Archivio di Stato di Palermo, raccontano la storia delle famiglie dell’antica Occhiolà, città distrutta dal terremoto che colpì la Val di Noto l’11 gennaio del 1693, da cui per volontà del principe Carlo Maria Carafa fu fondata Grammichele, il 18 aprile di quello stesso anno; è storia dunque che va da Occhiolà a «Gran Michele» per diventare definitivamente Grammichele, letta attraverso le sue fonti, i Riveli appunto, dal 1569 al 1755. «I Riveli sono una traccia del nostro passato, ci consentono di avere l’anagrafe della popolazione e dei beni posseduti dalle famiglie, dalla seconda metà del ‘500 sino alla prima metà del ‘700», ha esordito il sindaco, Pippo Greco, nel corso della conferenza di presentazione dei preziosi documenti, che si è svolta il 30 novembre nell’aula consiliare della stessa Grammichele, città famosa in tutto il mondo per la piazza esagonale che proprio al principe è dedicata.

«L’iniziativa – ha sottolineato ancora il sindaco – è stata resa ancor più interessante dal contributo della professoressa José Calabrò e dal prof. Giuseppe Palermo. Un ringraziamento particolare va all’on. Michele Cappella per l’impegno messo nella ricostruzione della memoria storica».

E proprio l’on. Cappella nel corso dell’iniziativa ha raccontato com’è avvenuta la scoperta dei Riveli: «leggendo il libro di José Calabrò sul casale di Misterbianco, distrutto dalla colata lavica del 1669, dal titolo ‘I ritratti documentati di una città invisibile’, scopro che  la professoressa Calabrò aveva ricostruito la storia di quell’antico casale proprio grazie ai Riveli che si trovavano all’archivio di Palermo, così sono venuto a conoscenza dell’esistenza di questi documenti, che mi sono apparsi subito, dal punta di vista storico, come una miniera a cielo aperto. Immediatamente – ha proseguito Cappella – ho informato il sindaco Greco e da quel momento abbiamo lavorato insieme. Il risultato è che oggi i riveli sono patrimonio del comune di Grammichele e sono a disposizione di tutti i cittadini». 

Grande entusiasmo, infatti, ha espresso José Calabrò, ripercorrendo il lavoro fatto nella sua Misterbianco: «Sono felice di riabbracciare i miei amici e colleghi consiglieri provinciali (Greco, Cappella e Calabrò erano consiglieri nel ’90, ndr) perché cultura e amicizia formano una comunità; amare la storia vuol dire educare alla vita».

Sul contenuto dei Riveli, poi, è intervenuto il professore Palermo, sottolineando quanto questi descrivano la realtà di «un borgo ricco, con confraternite e stendardi, nomi di abitanti e i loro averi».

Ad arricchire l’iniziativa, una attenta e interessante rappresentanza dell’Istituto Comprensivo Galileo Mazzini e del Liceo Artistico. 

Oltre la partecipazione dei cittadini, presenti l’assessore alla cultura Rossella Ledda, gli assessori Rosario Cubisino e Rosario Campanello, e il presidente del consiglio comunale Renzo Giandinoto.

In ultimo, un ringraziamento unanime è andato ai dirigenti dell’Archivio di Stato, Ester Rossino e Stella Porrello, per il fondamentale supporto.


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