Immigrazione&antimafia: per le bare dei migranti morti ci pensa “D’Emanuele”. Con quale criterio è stata scelto? Vano fu il tentativo di sapere dalla Prefettura di Catania: un’ora quasi di “rimpalli”!


Pubblicato il 08 Luglio 2015

Quando si dice l’abilità di un “calciatore provetto”: nemmeno Zico o Rivelino, “rimpallavano” così bene!

di iena rimpallata 

Commossa,  la città di Catania, o meglio le sue autorità, ha salutato le 13 vittime del naufragio del 18 aprile scorso. Una tragedia, l’ennesima dell’immigrazione, che ha profondamente colpito la comunità catanese. Che ha espresso il meglio di sé: ad esempio, il servizio di pompe funebri è stato curato dall’azienda “D’Emanuele”. Antimafia e solidarietà, quindi: infatti, l’azienda è stata confiscata alla mafia ed è sotto amministrazione giudiziaria. Ma come è stata fatta questa scelta? Perchè proprio questa azienda? Abbiamo tentato di capire secondo quale criterio è stata fatta la scelta. Chi l’ha fatta (la scelta)? La Prefettura (dal comune ci hanno spiegato che Palazzo degli Elefanti non c’entra).

 Allora abbiamo provato a saperne di più. All’ufficio immigrazione della Prefettura non ha risposto nessuno. All’ufficio antimafia non hanno saputo darci una risposta.

Allora, abbiamo provato ancora: ci hanno indicato altre persone. Allora, la prima dottoressa non lo sapeva, ci ha indicato altre persone. Abbiamo provato: niente da fare. Finale: c’era da sentire il capo di gabinetto del Prefetto? Peccato: non rispondeva. Il tutto in quasi un’ora di tentativi!

Oh, lettori noi ci abbiamo provato a capire. Sarà per la prossima volta.


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