La polemica sui notai è da “cretino collettivo”


Pubblicato il 17 Aprile 2020

di iena marco pitrella

In quarantena il tempo si deve passare e il cretino collettivo non avendo altro da fare se l’è presa coi notai, con quei 353 notai che hanno presentato richiesta del bonus di 600 euro alla loro cassa, la Cassa Nazionale del Notariato: come se questo non fosse un loro diritto.

Perché la domanda da domandare è solo una: è un loro diritto o non è un loro diritto?

Ora, al cretino collettivo la risposta va imboccata.

L’ha stabilito il decreto che “Cura Italia” è stato chiamato: tra gli aventi diritto ci sono i notai, quei notai: ci sono quegli avvocati, ci sono quegli ingegneri, ci sono quelli che… tra questi, per farla breve, hanno guadagnato meno di 35.000 euro nell’anno del signore 2019.

Dunque, di che stupirsi? che lo esercito il diritto che è loro.

Sono stati appunto 353 i notai a far richiesta: tutto sommato non è così tanto. Del resto, s’è letto sul “Corriere”, è stato spiegato proprio dalla Cassa Nazionale del Notariato il quanto: “negli ultimi quattro anni sono entrati in esercizio 856 notai, di questi 406 nel 2019. Sono stati loro a chiedere il bonus di 600 euro, anzi, le 353 domande non coprono ancora tutta la platea sotto i 35mila euro”. Va da sé, prosegue la Cassa Nazionale del Notariato come “i notai che nel 2019 non hanno raggiunto un reddito da 35mila euro sono in tutto 703, a questi potrebbero aggiungersi i 309 che nello stesso anno di imposta non hanno superato i 50mila”.

Il 30 aprile, data di scadenza per far la richiesta, deve ancora venire: se aumentano, chi lo sente il cretino collettivo.

E però, i diritti, così per continuare a imboccarlo il cretino collettivo, o sono di tutti o non sono diritti: e il notaio ha il diritto di percepire il bonus come l’operaio ha il diritto di vedere il figlio dottore.

In fondo, il papà e la mamma ricchi, il nonno e la nonna ricchi ce l’ha il notaio; ma ce li può avere l’avvocato che comunque ha guadagnato meno di 35mila euro e ce li può avere l’ingegnere che comunque ha guadagnato meno di 35mila euro: quindi è un avente diritto al bonus di 600 euro.

Ciascuno a suo buon cuore: rinuncia? va bene. Non rinuncia? va bene uguale.

Ma quando il livello è quello del cretino collettivo…

C’è stato pure un senatore che per sfottere (a suo modo) quanti hanno fatto richiesta, s’è persino vantato di non aver studiato: Emanuele Dessì, senatore manco a dirlo del M5S, ha avuto il coraggio di scrivere che “ho fatto bene a non studiare da ragazzo. Invece di stare addosso ai libri mi sono divertito e ho girato un po’ il mondo. Tanto mi pare di capire che sarei stato in ogni caso un morto di fame anche se fossi diventato un notaio. Come se non fosse stato (anche) il suo partito a volerlo il decreto.

Del resto, Massimo d’Ambrosio, notaio di professione, intervenendo sul punto in video su youtube, citando una massima latina ha detto tanto, troppo, tutto: “una società che mette un cittadino contro un cittadino affonda miseramente”.

Che poi è l’uno vale uno tanto caro al “cretino collettivo”.

 


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