L’incredibile conferenza stampa del sindaco di Catania, rinviato a giudizio si scaglia contro i magistrati e augura “tutto il male possibile” a chi ce l’avrebbe con lui


Pubblicato il 08 Luglio 2012

di Marco Benanti e Fabio Cantarella

Ieri il Gup di Catania, Luigi Barone, lo ha rinviato a giudizio per abuso d’ufficio all’interno dell’inchiesta sulla gestione dei servizi sociali e in particolare per le nomine dei membri delle commissioni incaricate di decidere chi dovesse vincere progetti e appalti del distretto socio-sanitario catanese gestendo i fondi pubblici destinati ai più bisognosi.

Oggi il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha replicato con un’ infuocata conferenza stampa (nella foto il sindaco in uno dei suoi momenti “di fuoco e fiamme” di stamane) tenutasi nella sala giunta di Palazzo degli Elefanti. Un luogo, a nostro modesto avviso, inopportuno considerato che si tratta di un’ inchiesta che lo coinvolge per fatti antecendenti alla sua elezione a sindaco di Catania. Un utilizzo del patrimonio pubblico, quindi, quantomeno opinabile, considerato non solo il luogo della conferenza, ossia la sala giunta del Comune di Catania, ma anche il fatto che questa ha finito per coinvolgere risorse umane e logistiche del Municipio, ente che nulla centra con la difesa di Stancanelli (a proposito l’avvocato Emanuele Passanisi era presente accanto al sindaco nella veste di “amico” -ha detto ai cronisti).

Fatta questa doverosa premessa, passiamo ad occuparci dei contenuti della conferenza stampa (forse meglio definirla monologo, visto che il primo cittadino alla fine non ha risposto alle domande dei giornalisti, senza dare alcuna motivazione sul diniego) tenuta dal sindaco Raffaele Stancanelli che, vi anticipiamo subito, ha utilizzato toni minacciosi, ma anche per certi versi provocatori, nei confronti dei magistrati catanesi.

Io sono stato raggiunto da un’avviso di garanzia due anni fa –esordisce un accaldato Stancanelli- perché mi si imputava che da assessore regionale alla Famiglia, nel 2006, avevo commesso un abuso di ufficio previsto dall’articolo 323 del Codice penale. Mi sono presentato spontaneamente dal Pm che mi aveva fatto pervenire l’avviso di garanzia, ho dato i chiarimenti necessari sia personalmente, sia attraverso una memoria in cui sostenevo che questa violazione di legge non l’avevo commessa e a distanza di qualche tempo la Procura della Repubblica propose l’archiviazione del procedimento perché ravvisò che in effetti quelle norme non erano state violate per cui il reato non esisteva”. A Stancanelli ci permettiamo di evidenziare che il fatto che la Procura abbia chiesto l’archiviazione non significa nulla, lo chieda all’amico suo Raffaele Lombardo per il quale l’Ufficio inquirente, sotto la guida di ben tre diversi procuratori, aveva chiesto l’archiviazione ma il Gip ne ha disposto l’imputazione coatta per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio aggravato (oltretutto sono due i giudici che si sono espressi contrariamente alla richiesta d’archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti di Stancanelli: la dott.ssa Sammartino e il dott. Barone).

Ma continuiamo con le dichiarazioni di Stancanelli: “Il Gip sostiene che io ho nominato nelle commissioni, ma io non ho nominato nessuno, io ho avuto una richiesta come ne ricevevo centinaia da tutta la Sicilia di indicazione di soggetti che potevano fare parte delle commissioni di concorso, che poi venivano nominati dai singoli comuni, quindi mi limitavo a fare una designazione, come spesso succede quando io ho bisogno di un avvocato da inserire in una terna, lo chiedo al consiglio dell’ordine degli avvocati. Ho bisogno di un ingegnere lo chiedo al consiglio dell’ordine degli ingegneri, era stata chiesta all’Autorità, all’assessore alla Famiglia, di fare queste indicazione e poi venivano nominati”. Certo, ma Stancanelli dimentica che tra i vari nominati da lui, ops designati, c’è anche qualcuno che militava nella sua corrente politica in Alleanza nazionale e l’ha sostenuto alle regionali e che è anche stato candidato in sua ‘quota’ alle amministrative in un comune della provincia, sfiorando l’elezione. Ma sicuramente questo qualcuno glielo avrà segnalato qualcun altro e la designazione non sarà stata una sua iniziativa per quanto questo qualcuno sostiene il contrario. Noi comunque preferiamo credere alla buona fede del sindaco.

Ma torniamo alla dura presa di posizione di Stancanelli:”Ecco, una delle contestazioni era che non avevano i titoli per essere nominati, quindi, si entra nel merito, non che non avevo il diritto di indicarli, ma non avevano i titoli, per cui anche loro erano corresponsabili ed erano imputati per l’articolo 323 c.p., cioè abuso d’ufficio. Ieri è successo che coloro i quali io ho indicato e poi sono stati nominati ed erano imputati sono stati tutti prosciolti e l’unico a non essere prosciolto è colui il quale li aveva indicati e non nominati. Ecco –continua Stancanelli- la contraddizione evidente che dimostra, se ce ne fosse bisogno, non della irrazionalità dal punto di vista giuridico, della irragionevolezza, ma della persecuzione perché se mi si dice che non avevo i titoli per nominare, la legge dice che ci sono, se mi si dice che dovevo nominare persone che avevano i titoli, sono stati prosciolti in quanto è stata riconosciuto che i titoli li avevano, non so quale reato ho commesso”. Sarà pur così, ma giusto per la precisione, ci permettiamo di ricordare a Stancanelli che non è del tutto vero che tutti coloro che sono stati nominati nelle commissioni sono stati prosciolti del tutto, perché i tronconi d’indagine finiti davanti al Gip sono ben due. Quindi se è vero che sono stati prosciolti all’interno del filone relativo all’abuso, c’è almeno un caso (e ne abbiamo sufficienti riscontri) di rinviati a giudizio nell’altro procedimento, entrambi poi riuniti davanti al Gip Barone, che prevede ipotesi di reato ben più gravi, tra cui la truffa. Fatti che nulla centrano con Stancanelli, per carità, ma non è vero che tutti coloro che sono stati nominati/designati da lui sono stati prosciolti da tutto.

Il sindaco difende la sua onorabilità: “La cosa più grave che grida vendetta è che il mio nome venga accostato volontariamente e non c’è bisogno di essere scienziati per capire che ieri e oggi ci sarebbe stata una giustamente invasione mediatica a livello comunale, regionale e nazionale in cui il mio nome viene associato a dei crimini odiosi, che sono quelli di truffa, sono quelli di peculato, sono quelli di falso per coloro i quali queste cose hanno commesso nei Servizi sociali di Catania e il mio nome che non c’entra, perché l’abuso sarebbe un’altra cosa –e non c’è l’abuso come ho dimostrato- viene associato. Questo io non lo posso permettere. Perché associare il mio nome a coloro i quali si sono resi, se si sono resi, responsabili di questi crimini è una cosa che io non tollero e siccome lo possono capire tutti, non c’è bisogno di essere intelligenti, io non ho la serenità, non ho la serenità di guardare negli occhi l’ultimo dei cittadini di Catania che possa pensare, dopo il fango che mi è arrivato da ieri fino ad oggi, ma è un fango normale, non è colpa dei giornalisti, i giornalisti prendono le notizie e hanno il dovere di darle, che io sia associato allo scandalo sui servizi sociali come è scritto stamattina, come si è detto su tutti i telegiornali, anche nazionali, è una cosa che io non tollero, perché in contrasto con la mia storia personale”.em> Stancanelli scusi, non abbiamo capito bene, non vuole che il suo nome sia accostato a coloro che si sarebbero macchiati di presunti crimini odiosi: ma ha dimenticato che ci sarebbe almeno un caso in cui la persona l’ha segnalata lei? E come le selezionava? S’informava su chi fossero? Che affidabilità avevano? Perché se è vero che lei probabilmente non ha responsabilità penale per questi che definisce crimini odiosi, tuttavia ne ha una morale, perché quando ci si spinge a designare lo si deve sapere che si stanno indicando nominativi per ruoli delicati, che richiedono certi requisiti morali. E non può, quindi, designare chiunque, deve scegliere i migliori se proprio desidera designare, indicare, come vuole lei. Oppure si astenga dal designare se non conosce bene i soggetti. Quindi, sotto l’aspetto morale, non se la può prendere se viene accostato a lor signori, pur non avendo partecipato ai crimini odiosi di cui parla. La prima cosa che la gente si chiede è: ma chi li ha nominati, designati o indicati costoro? O no?

Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli si lancia poi in un attacco, a nostro avviso inaccettabile, nei confronti dei magistrati catanesi: una sfida? Una minaccia di azioni legali? Uno scherno? Una provocazione? Non lo abbiamo proprio capito, valutate voi: da lunedì mattina non firmerò più nessun atto di una certa importanza lo trasmetterò, prima di firmarlo, al Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, al Presidente del Tribunale di Catania e per conoscenza al dott. Luigi Barone, che ha dimostrato una grande capacità di diritto amministrativo. Se entro trenta giorni non mi danno risposta, valuterò se posso firmarlo o meno. Io non metto più nelle condizioni di essere giudicato da chicchessia e possa essere indagato per reati infamanti.” Allora caro sindaco, alla Procura non dovresti mandare proprio un bel nulla considerato che per ben due volte ha chiesto la tua ingiusta, e lo dicono non uno ma due giudici (ossia la dott.ssa Sammartino e il dott. Barone), archiviazione. Al presidente del Tribunale neppure, visto che ancora non sei stato giudicato. E il dott. Barone, il più preparato quanto umile e cordiale magistrato di Catania, lo dovresti soltanto ringraziare per la passione, la competenza e la celerità con la quale affronta la sua incredibile mole di lavoro.

Stancanelli ha poi chiesto che gli venga restituito l’onore: “Io mi rivogo al Presidente della Corte d’Appello, al Procuratore della Repubblica, al Presidente del Tribunale, perché trovino un sistema per fare sapere all’opinione pubblica catanese che io non ho nulla a che fare con lo scandalo dei servizi sociali di Catania, che io non c’entro con la truffa, con il peculato e tutte altre cose, non ho mai preso soldi, non ho mai chiesto soldi, non sono amico di mafiosi, non ho mai nella mia vita politica fatto alcunchè di cui mi possa vergognare. Questo accanimento nei miei confronti, lo voglio sapere, io chiederò al Ministro della Giustizia di mandare un’ispezione, al Procuratore Generale della Cassazione, al Csm, io nei prossimi giorni farò tutti i passi necessari per tutelare la mia onorabilità, non ci deve essere nessun cittadino catanese, comunque la pensi, che possa minimamente dubitare che il sindaco di Catania sia un disonesto e un delinquente, questo non lo accetto, posso essere criticato su tutto, ma nessuno deve mettere in dubbio la mia moralità. Su questo non ci può essere discussione”.

Stancanelli teme anche per una possibile imputazione coatta nell’altro procedimento, quello relativo ai precari, anche in questo la Procura, nessuna novità, ha chiesto l’archiviazione per lui, ma adesso passerà da un Gip: “Ecco perché nei prossimi giorni farò tutti questi passi. Io mi rivolgo al Presidente della Corte d’Appello, al Presidente del Tribunale, al Procuratore della Repubblica perché trovino la soluzione per ridarmi l’onore, che ho perso ieri, che io ho perso! Mi devono ridare l’onore, perché non è possibile essere associato in questa vicenda. Non è possibile. Non è possibile. Non mi pare che io debba aggiungere altro. Mi pare che io detto tutto quello che dovevo dire. Non mi pare che debba aggiugere altro…Perché io mi aspetto un altro rinvio a giudizio ora, quello sui precari, per avere fatto il mio dovere, io, assieme alla mia giunta, di aver dato dignità dopo 25 anni, dopo 25 anni, a dei lavoratori che per legge avevano diritto ad avere aumentato l’orario da 24 a 35 ore, come è stato fatto dovunque e sono stato sotto giudizio, ho dato le mie giustificazioni, da circa otto mesi la Procura ha chiesto l’archiviazione, ancora un Gip che archivi non c’è, mentre quando è stata l’archiviazione, dopo un giorno c’è stata l’imputazione coatta. Io voglio capire perché ce l’hanno con me, lo voglio capire, perché”.

Il sindaco, infine, avverte anche il dovere di invitare i magistrati a fare il proprio dovere piuttosto che prendersela con lui: “Perché da quattro anni lavoro intensamente? Perché facciamo la lotta contro la criminalità? Perché siamo soggetti a minacce ogni giorno? Perché non vanno a cercare coloro i quali ci stanno impedendo di aprire le spiagge libere, dove c’è stato uno che è stato ferito mortalmente e c’è un dipendente comunale che si spaventa ad andarci perché è stata minacciata? E non dico altre cose perché poi mi faccio prendere, lasciamo stare, lasciamo stare. Non mi pare che io debba aggiungere altro. Poi mi sarà data giustizia, quando ci sarà la sentenza, fra un anno, un anno e mezzo, due anni e in questi due anni le mie sofferenze, perché io soffro, eh che ci posso fare, perché io soffro, perchè non mi era mai capitato, chi amministra può commettere errori, ci mancherebbe altro, dieci metri quadrati in più o meno, ho avuto l’avviso di garanzia perché la spiaggia, il primo anno che mi sono insediato, è un errore dell’ufficio, si chiarisce, mi secco non mi secco, può succedere, l’abuso, la violazione di legge può succedere ma non il reato infamante, a me non può succedere mai”.

Il sindaco Stancanelli, infine, ha chiesto che gli venga restituito l’onore prima delle prossime amministrative, in programma nella primavera del 2013, mettendo in discussione la sua eventuale ricandidatura: “Ecco questo volevo dirvi, vi ringrazio perché siete stati qui ad ascoltarmi, a sentire le mie no giustificazioni, le mie considerazioni, da lunedì mi attrezzerò con tutti i mezzi che l’ordinamento mi consente, perché questo onore che mi è stato macchiato, macchiato, macchiato, io rispondo, non è sciacallaggio se mi si chiedono le cose, è giusto, è giusto, il sindaco ha il dovere di dare le giustificazioni. Voi pensate che se non mi restituiscono quello che mi serve io possa essere nelle condizioni di serenità per essere ricandidato a sindaco di Catania? Ve lo voglio dire, ve lo voglio dire. E poi se avrò giustizia fra un anno e mezzo, chi mi ripaga delle sofferenze e delle pene?”

Infine una caduta di stile, tra le altre che abbiamo commentato ampiamente sul nostro sito, del sindaco di Catania: “Non so se devo augurare o meno, non lo so, sono cattolico e quindi non devo augurare, se devo augurare o meno tutto il male possibile a chi mi sta facendo male. Ho finito”. Stancanelli scusi, con chi ce l’ha? Augura male ai magistrati che fanno il loro dovere? Oppure ce l’aveva con noi di ienesicule che ogni tanto pubblichiamo articoli a lei poco graditi col solo fine “d’intossicare la vita cittadina” come ha sostenuto su lasiciliaweb? Oppure a chi augura male?

Comunque ecco due prese di posizione contrapposte: “Il sindaco, oltre che ai magistrati, deve dare spiegazioni alla città tutta e alla pubblica opinione sul suo operato – attacca Luca Spataro, segretario provinciale del Pd. Non è solo una questione giudiziaria, ma anche di contrasto ad un malcostume e ad una certa disinvoltura nell’esercizio dei ruoli istituzionali che, anche quando non è configurabile in reati, è sicuramente incompatibile con la politica”.

Poi non poteva mancare anche la solidarietà, con una nota diffusa dall’Ufficio stampa del Comune, “In merito alle dichiarazioni del sindaco Stancanelli sul rinvio a giudizio per abuso in atti d’ufficio, i capigruppo della maggioranza in consiglio comunale Nuccio Condorelli(Pdl), Nello Cimino(Mpa), Valeria Sudano(Pid), Salvo Di Salvo(Famiglia, lavoro e solidarietà), Alessandro Messina (Autonomia in Movimento) hanno diffuso la seguente nota. “I toni accorati del sindaco Raffaele Stancanelli sono la più genuina espressione di una persona perbene, onesta e leale, chiamata in causa in una vicenda in cui egli è palesemente estraneo con motivazioni che lasciano sinceramente perplessi. Al sindaco di Catania riconfermiamo ogni sentimento di stima e apprezzamento per il rigore e la serietà, risaputi in Città, con cui affronta ogni giorno le emergenze mettendoci la faccia senza risparmio di energie personali nell’esclusivo interesse dei cittadini, per riaffermare concretamente e senza proclami la legalità di chi ha sempre servito con competenza e trasparenza le istituzioni ”.


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