L’Italia in mezzo ad “eroi” e “capitani”


Pubblicato il 10 Febbraio 2020

Nella realtà che viviamo si scorgono con nitore non solo i modi di agire ma anche di pensare di personalità pubbliche oltre che di persone comuni. Intendo ragionare brevemente sulla querelle prodotta dalle scempiaggini e nefandezze dette da Oliviero Toscani nella trasmissione “un giorno da pecora”, dove a caldo senza filtri dichiarava la sua assoluta insensibilità nei confronti delle vittime del ponte Morandi. Poi lui si è scusato, ma lo stesso è stato licenziato dai Benetton che hanno colto l’occasione per rifarsi un’immagine e prendere le distanze da questo signore radical chic che è stato autore di tante foto, spesso ritenute scandalose e trasgressive, che hanno comunque promosso e agevolato il marchio dei Benetton in Italia e non solo. Ma vieppiù così vanno le cose e in questa nostra povera patria quasi nessuno si rammenta quel che fa o afferma e d’altronde si consente a chiunque di fare sproloqui radiotelevisivi. Naturalmente, sarebbe il caso di riflettere prima parlare ma come sempre prevale una sconfinata dose di esibizionismo, narcisismo che privilegia un presenzialismo verboso e irrispettoso.

Cosicché a conti fatti resta la sostanza che lascia sul campo i Benetton i quali continueranno a gestire le concessioni autostradali nonostante abbiano ricavato enormi, illimitati e cospicui profitti senza curarsi più di tanto della manutenzione violando i capitolati del contratto, così come ottengono visibilità (negativa) le sardine con la foto con il cinico Toscani e i furbi Benetton facendo divenire questo movimento protagonista della scena pubblica che si oppone ad un nebuloso, ripetitivo e confuso Capitano.

In pratica domina sovrana e incontrastata la solita ipocrisia e quell’ acuto senso d’ ingiustizia quando ti accorgi (ma va?!) che chi detiene la ricchezza può vivere sonni tranquilli perché la scampa sempre in tutti i campi anzi diviene anche un “generoso” filantropo liberal progressista capace di continuare ad elargire sostegni a destra e a manca, come peraltro ha fatto nel passato quando non ha lesinato contributi e finanziamenti ai partiti della prima, seconda e solita repubblica.

Ora però si è fatto tanto chiasso e clamore mediatico per togliere queste concessioni pubbliche lucrose per il privato mentre alla fine della fiera anche chi affermava questa determinazione comincia a fare marcia indietro con le solite disquisizioni giuridiche e la convenienza economica che danneggerebbe lo Stato. Allora, come diceva il mitico Trap, meglio non dire mai gatto sino a quando non che l’hai nel sacco.

Rosario Sorace.


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