Mafia, ucciso perchè sospettato di avere assistito ad un attentato incendiario: dopo 18 anni, un arresto e giustizia per Pierantonio Sandri


Pubblicato il 01 Marzo 2013

Conferenza stampa alla Procura di Catania, con gli inquirenti della Dda e gli investigatori della “mobile” di Caltanissetta (nella foto il Procuratore Salvi, il sostituto Lucio Setola, la dirigente della mobile nissena sezione criminalità organizzata Marzia Giustolisi e il capo della “mobile” Giovanni Giudice). L’operazione chiamata “Ninetta” in memoria della madre -Ninetta Burgio- della vittima, scomparsa di recente, che non si è mai arresa nella ricerca della verità.

di iena antimafia

Vincenzo Pisano, 35enne di Niscemi, è stato arrestato dalla polizia, con l’accusa di essere stato nel gruppo di sangue (secondo l’ipotesi accusatoria composto da quattro persone) che uccise un giovane odontotecnico Pierantonio Sandri scomparso a Niscemi il 3 settembre 1995. I resti del giovane, picchiato selvaggiamente e strangolato con una cintura, furono ritrovate nel bosco niscemese di contrada “Ulmo” il 19 settembre 2009. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Dda di Catania. Sandri, ragazzo pulito estraneo alla criminalità, fu eliminato perchè sospettato di essere stato testimone di un attentato incendiario commesso da un gruppo mafioso capeggiato dal boss Alfredo Campisi.

Per fare luce sul delitto Sandri importante è stato il contributo del pentito Giuliano Chiavetta, che scoppiò in lacrime quando confessò agli inquirenti la sua responsabilità nella mattanza del ragazzo. La Procura di Catania ha chiesto ed ottenuto anche l’arresto di Marcello Campisi. Ha collaborato con gli inquirenti anche Antonio Pitrolo, all’epoca reggente di Cosa nostra nissena.

Il capo della “mobile” di Caltanissetta Giovanni Giudice ha messo in luce la figura della madre della giovane vittima, che ha lottato a lungo per fare luce sul delitto del figlio.


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