Molto Rovescio e Poco Diritto, “Avvocatura e Futuro” su blocco prescrizione: “Mattarella non promulghi”

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CHE L’AVVOCATURA TUTTA PROTESTI

E CHE MATTARELLA NON PROMULGHI

LA LEGGE “REQUIEM” DEL PROCESSO PENALE.

 

Tutti i relatori intervenuti ieri, 18 dicembre al 2018, presso la Sala Adunanze del Palazzo di Giustizia di Catania, al Convegno organizzato dall’Associazione Forense “Avvocatura e Futuro” dal titolo “REQUIEM PER IL PROCESSO PENALE: IL BLOCCO DELLA PRESCRIZIONE”, all’unisono, hanno argomentato e motivato gli effetti devastanti e catastrofici della Legge sull’abolizione della prescrizione.

Si sono espressi in tal senso:

l’Avv. Rita PANDOLFINOPenalista del Foro di Messina,

l’Avv. Salvatore CAVALLARO, Penalista del Foro di Catania,

l’Avv. Grazia COCO, Penalista, patrocinante in Corte Suprema di Cassazione,

l’Avv. Letizia GALATI, Segretario della Camera Penale di Catania

ed il Prof. Avv. Enzo VITALE del Foro di Catania, docente universitario.

 

L’Avv. Rita PANDOLFINO ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti problematici del contenuto di detta riforma definendola, peraltro, un “salto di qualità non in senso positivo, ma diverso rispetto al passato”, che fa venire meno la certezza della pena.

L’Avv. Salvatore CAVALLARO, approfondendo il tema, ha sottolineato come l’emendamento in parola, violando le fondamentali garanzie costituzionali, ha rivoluzionato il processo penale, incidendo negativamente non solo nei confronti degli Avvocati, tutti, ma soprattutto nei confronti del singolo cittadino: “allungare la prescrizione non risolve il problema dei furbetti, ma fa del male al nostro sistema ordinamentale. Dobbiamo garantire al nostro assistito di avere una sentenza, sia essa condannatoria, sia essa assolutoria, ma che l’abbia in tempi che sia commisurata alla commissione del fatto”.

L’Avv. Grazia COCO ha analiticamente messo in luce gli effetti aberranti della Legge che entrerà in vigore l’1/1/2020, peraltro, evidenziando come “a differenza di quanto voglia far apparire il Ministro di Giustizia e tutti coloro che hanno avuto il coraggio di votare questo emendamento, si allungheranno di molto e ancor di più i tempi della Giustizia a discapito del cittadino che se persona danneggiata dal reato non potrà mai più essere risarcito del danno subito”.

Il Prof. Avv. Enzo VITALE, approcciandosi con grande acume ai temi filosofici del tempo e di cosa ci renda esseri umani, ha criticato aspramente la riforma della prescrizione così come intesa dall’attuale Governo, rilevando come questa ponga in essere “un processo di reificazione della persona” e di quel momento umano qual è il processo.

L’Avv. Letizia GALATI, Segretario della Camera Penale di Catania, ha tra l’altro esposto come l’Unione delle Camere Penali abbia reagito al disegno di Legge, illustrando la lettera indirizzata al Guardasigilli, sottoscritta da centodieci docenti universitari italiani di Diritto Penale, di Processuale Penale e di Diritto Costituzionale, ove i medesimi lo hanno invitato a considerare i profili di illegittimità costituzionale sottesi alla disposizione del d.d.l. S955.

Durante il convegno, moderato dall’Avv. Giuseppe LIPERA, Presidente dell’Associazione Forense “Avvocatura e Futuro” si è auspicato che forme di protesta, ben più incisive della mera astensione dalle udienze, vengano adottate ad oltranza da tutta l’Avvocatura riunita.

Non solo i Penalisti, ma anche i Tributaristi, gli Amministrativisti e sinanco i Civilisti dovrebbero puntare il dito verso detta Legge, perché tutte le volte in cui sussiste una pregiudiziale penale il procedimento civile non potrà mai iniziare.

Si è, dunque, anche sperato l’intervento di tutti i Consigli dell’Ordine e del Consiglio Nazionale Forense che, ad oggi, continua a tacere.

Questo il commento dell’Avv. Giuseppe Lipera: “Dobbiamo invitare innanzitutto il Presidente della Repubblica, On.le Sergio Mattarella, a non promulgare questa Legge. Al contrario di quello che vogliono contrabbandare i grillini, questa Legge, assolutamente e totalmente incostituzionale perché lesiva del sacrosanto e inviolabile principio della ragionevole durata del processo, danneggerà principalmente le persone offese dal reato”.”

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Benanti

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