Nonostante le preghiere “u santu nun sura”

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Il nuovo che avanza fa scricchiolare  l’accordo politico tra i senatori Bianco e Firrarello? Quando ci si “mette assieme” contro qualcuno la durata dell’amore è sempre a rischio, non è un mistero. A Catania si registrano strani movimenti, tra tutti i manifesti dell’eurodeputato Giovanni La Via, fedelissimo di Giuseppe Castiglione, affissi “fuori stagione” elettorale. Ma circolano anche indiscrezioni non troppo lontane dalla realtà, alcune fondate perchè provenienti dagli stessi protagonisti, che, se confermate, significherebbero il superamento dell’accordo in essere tra le due anime del Popolo della Libertà e del Partito Democratico avverse al governatore Raffaele Lombardo.

Un’intesa mai pubblicamente palesata (il perché è nella natura trasversale della stessa), ma della quale in città si parla e si pettegola da fin troppo tempo e che vorrebbe protagonisti due vecchie conoscenze della politica isolana: il senatore Pino Firrarello e l’ex sindaco che vuol tornare a Palazzo degli Elefanti: il senatore Enzo Bianco. Un inciucio che, si dice, sarebbe sorto poco tempo dopo l’alleanza siglata tra il Movimento per le Autonomie e quella parte del Pd non legata al senatore Bianco, da sempre contrario all’appoggio al Governo regionale. Il flirt in realtà ebbe già inizio nel 2005 quando con un’operazione trasversale si tentò di far eleggere Giovanni Giocalone, fedelissimo di Enzo Bianco, alla Presidenza del Consiglio comunale di Catania. Poi, però, venne eletto Roberto Commercio del Movimento per l’Autonomia.

Ma il nuovo che avanza rischia di pregiudicare vecchi accordi ed equilibri. A Giuseppe Castiglione, infatti, la Provincia di Catania inizia a stare stretta; con Angelino Alfano leader del partito il genero del senatore Pino Firrarello può puntare dritto dritto a Palazzo D’Orleans. 

Scalpita anche l’uomo politicamente più vicino a Castiglione, anche lui “emergente”, l’eurodeputato Giovanni La Via, che non a caso nel precedente governo regionale ha ricoperto una carica assessoriale cara a Castiglione, quella all’Agricoltura. Giovanni La Via, dopo alcuni anni a Bruxelles, potrebbe già avere voglia di tornare in città, anzi meglio in Provincia ad occupare la poltrona che, secondo le nostre tesi, verrebbe lasciata libera da Giuseppe Castiglione (proprio come in passato è avvenuto per l’assessorato regionale all’Agricoltura): la Provincia di Catania.

Operazioni possibili, ma bisogna prima mettere d’accordo tutto il partito. A cominciare dagli ex di Alleanza nazionale che finora sono rimasti a bocca asciutta. Non è un mistero, infatti, che Raffaele Stancanelli non è stato per nulla il sindaco degli ex An e le critiche amministrative rivoltegli a più riprese dal consigliere comunale Manlio Messina, più che vicino a Salvo Pogliese, lo dimostrano. E proprio quest’ultimo potrebbe essere il prossimo candidato a sindaco di Catania proposto dal Pdl, l’uomo che darebbe agli ex An le garanzie “tradite” da Raffaele Stancanelli, spesso criticato anche per la sua antica e sincera amicizia col governatore Raffaele Lombardo. E poi Salvo Pogliese, sempre tra i più votati a Catania, non ha mai negato il desiderio di spendersi con maggiore impegno per la città. Così ex FI ed ex AN sarebbero tutti contenti e soddisfatti.

Il nuovo Pdl che avanza, quindi, è pronto a piazzare i suoi uomini nei posti chiave con un accordo fatto sulle teste di Raffaele Stancanelli ed Enzo Bianco? E l’intramontabile senatore Pino Firrarello che posizione assumerà?  Forse qualcuno che è diventato qualcuno solo grazie a lui, lo vorrebbe già in pensione, ritirato nella sua Bronte? O lui stesso inizia ad essere stanco di correre per tutti, essere sempre presente, caricarsi d’impegni mentre alcuni dei suoi fedelissimi stanno a guardare senza caricarsi troppo di stress. Tanto c’è il senatore che trova i voti, riceve gli elettori a tutte le ore del giorno, anche di sabato mentre magari gli altri sono al mare, inaugura centri medici, sezioni…

E Gianfranco Micciché? In tutto questo giro di poltrone a pagarne le conseguenze ci sarebbe, paradossalmente, anche chi, di fatto, ha aperto ad Angelino Alfano la porta di casa di Silvio Berlusconi. Il solito Gianfranco Micciché, fondatore del partito in Sicilia, colui che ha portato Forza Italia prima ed il Popolo della Libertà dopo, ad essere il primo partito nell’Isola. L’uomo al quale viene sempre e solo chiesto di fare passi indietro, “nell’interesse del partito” naturalmente. E’ stato così quasi ogni volta che si dovevano designare i ministri, altrettanto allorché si decisero i coordinatori del PDL in Sicilia (gli è sempre stato preferito Giuseppe Castiglione) ed è così pure adesso. Fantapolitica? Mica tanto…
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Redazione Iene Siciliane

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