Omicidio a Catania: rischio faida?


Pubblicato il 25 Novembre 2011

Si torna a sparare a Catania. Un omicidio, quello di ieri sera, che potrebbe essere legato alla faida che il gruppo dei “Caratteddi”, la frangia più agguerrita del clan Cappello, il gruppo dato in ascesa da anni, avrebbe da tempo progettato e che sarebbe stata fermata dall’operazione antimafia “Revenge” di due anni fa.

Iera sera, intorno alle 20,30, è stato ucciso il pregiudicato Rosario Sciuto, 48 anni, ritenuto vicino al clan Mazzei. L’uomo è stato raggiunto da cinque colpi di revolver sparati da un sicario che lo ha atteso, probabilmente nascosto dietro una siepe, davanti al portone di un palazzo a Librino, alla periferia sud di Catania. Sciuto stava tornando a casa, dalla sua nuova compagna, dopo aver chiuso il suo negozio di articoli per la casa, distante poche centinaia di metri.

L’uomo, raggiunto dai colpi sparati all’impazzata dal killer, è caduto vicino all’ascensore del palazzo. Sui muri adiacenti ancora stamattina era possibile vedere i segni dei numerosi colpi esplosi. Già nel 1999 Sciuto era scampato ad un agguato nato, secondo gli investigatori, da contrasti all’interno del suo clan. Sull’accaduto indagano i carabinieri, con il coordinamento del pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Lucio Setola.

Un omicidio che riapre l’ipotesi di una possibile faida mafiosa in città: non ci sono conferme, ma da tempo sembrerebbe che i gruppi “emergenti”, in particolare il clan Cappello, con i “Caratteddi”, si muovano per modificare gli assetti di comando della criminalità organizzata sotto l’Etna.

iena “nera”


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