Catania

PELLIGRA COME TRUMP. E LE ELEZIONI SI AVVICINANO

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Alla stessa stregua di Donald Trump che all’apice del suo successo asseriva bellamente che avrebbe potuto persino sparare a qualcuno senza che questo gli avrebbe fatto perdere voti, l’attuale patron del Catania Ross Pelligra vive una luna di miele alle falde dell’Etna talmente zuccherosa che se anche il presidente australiano iniziasse ad insultare i disabili, sputare a favor di telecamera, prendere a ceffoni il primo che passa probabilmente verrebbe difeso dall’ambiente intero compattato come una centuria attorno a lui.

Dalle nostre parti, abituati come siamo ad omaggiare i potenti specie non autoctoni, si fa preso a costruire ponti d’oro, ad edificare statue e/o allestire santuari su cui pregare in nome del culto del nuovo padrone: basta stravincere un campionato di serie D in cui i contendenti si chiamano Lamezia o Locri per vedersi riconosciuta la patente di re di Catania. Beninteso chi scrive pensa che, se non interverranno cataclismi, l’attuale proprietà riuscirà a portare il Catania in massima serie in un arco temporale ragionevole ma la stagione delle cambiali in bianco ci sembra assai prematura.

Oggi il Catania stravincente e prossimo neopromosso in C è comunque una carta su cui puntare, un asset a cui tutti si approssimano per procacciarsi consensi e prebende a buon mercato. Pleonastico accennare ai giornalisti locali usi a genuflessioni permanenti che, in un fiume di saliva grondante intervistano (si fa per dire) il numero uno di Catania SSD tra domande stringenti come quella sul colore preferito od il segreto del suo successo.

Ma questa è storia nota cui ogni catanese avveduto è abituato da tempo immemore: l’appecoronamento dei “reggi-microfono” iscritti all’ordine è parte nel dna cittadino.

Il fatto nuovo sono le elezioni amministrative di primavera che inducono i candidati sindaci a ricercare facili consensi nella frotta di appassionati di calcio: è tutto un vorticoso inseguire Pelligra, una produzione oceanica di post sui social inneggianti ai trionfi del club rossazzurro, una sequela sterminata di selfie allo stadio sciarpa al collo con la bramosia di stare quanto più vicini possibile al patron. Persino Emiliano Abramo docile espressione della comunità di Sant’Egidio e pacioso amante di preti e cappelle, ha inteso sottolineare la sua vicinanza alla nuova proprietà ed ai suoi progetti in nome della capacità di parlare alle periferie (sic!). Ma i modi del mansueto epigono di Andrea Riccardi sono persino troppo felpati per altri ben più scafati candidati.

Uno tra questi Sergio Parisi, che ambisce a passare dalla poltrona di assessore allo sport a quello di primo cittadino, sta mostrando una fedeltà alla causa commovente: per sapere dove si trovi Pelligra a Catania basta cercare Parisi che sorridente come un bambino con la nutella sottobraccio sta attaccato, a mó di attack umano, alla giacca del patron dovunque egli si trovi. Di certo Pogliese, forse smanioso di ingerire nelle candidature memore della sua indimenticabile esperienza amministrativa, deve avergli spiegato quanto possa giovare avere il consenso dei tifosi del Catania in una competizione che comunque il volenteroso Sergio non vincerebbe neanche se gareggiasse da solo.

Ricordavamo che lo “sport” preferito di Ruggero Razza probabilmente fosse la spalmatura di morti da Covid, come da giudizio immediato a suo carico, mentre abbiamo scoperto la vena tifosa del delfino di Musumeci appollaiato domenica scorsa su una poltroncina della tribuna vip del Massimino nella gara interna contro la Mariglianese. Una sorta di battesimo per la discesa in campo per palazzo degli Elefanti in questo derby tutto interno alla destra- destra con Parisi.

Unica certezza è che all’avvocato Razza oggi innamoratissimo del Catania come della sua assessora del cuore Elena come da mieloso selfie social per san Valentino, prima di ambire alla poltrona di sindaco etneo, il pallone interessava quanto a me l’ornitologia applicata.

Il 72enne Enzo Bianco, nome forte del Pd per la città, c’era rimasto male a vedere tutta l’area a lui avversa fiancheggiare il dominus australiano del Catania ed allora i suoi solerti esperti di comunicazione hanno strappato una photo-opportunity al caro Ross in occasione della festa di Sant’Agata. Che questo basti a mondare la figura di Bianco dal suo interismo frammisto a reminiscenze atletiste nella mente dei tifosi più anziani è poco probabile.

Gli restano i benevoli sondaggi del giornale di Ciancio, non è poco.

Mancano ancora Cancelleri e la favorita Sudano di cui non risultano avvicinamenti alla navicella rossazzurra.

Tempo e spazio ce n’è ancora tanto.

Saluti atterriti.

Luca Allegra.

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Iene Sicule

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