Per “non una di meno” l’autocertificazione sarebbe sessista… e per la Boldrini non è inclusiva


Pubblicato il 02 Aprile 2020

di iena marco pitrella (con il concorso esterno di Marco Benanti)

In tema di autocertificazioni far ridere più del governo era missione da femministe; prima il movimento “non una di meno” e poi Laura Boldrini ce l’hanno fatta.

L’autocertificazione sarebbe sessista.

Proprio così: sessista! In principio, la denuncia è arrivata con un post pubblicato sulla pagina facebook del movimento “non una di meno”: “i modelli di autocertificazione si avvicendano – hanno scritto – ma sono tutti declinati al maschile”. Il post, fra l’altro, è stato rimosso; evidentemente era troppo persino per qualc… una… di meno.

Insomma, in piena pandemia, la questione per le femministe è la declinazione “solo” al maschile delle autocertificazioni. Vabbé.

Come se non bastasse, proseguivano ancora nel post: “quello che viene chiamato maschile universale, e che nella lingua italiana ci viene propinato per neutro, è in realtà un chiaro segnale di chi sia a dominare e a penetrare lo status quo”.

Dunque, l’autocertificazione declinata per all’appunto al maschile è “un chiaro segnale di chi sia a dominare”: verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

Se tanto mi dà tanto, il primo ministro, Giuseppe Conte, il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, così da citar i più in vista, non avendo altro di meglio fare, secondo il movimento femminista, avrebbero lanciato un “chiaro segnale”: sono i maschi brutti, sporchi e cattivi a “ dominare”; ecco.

C’è pure chi è riuscito ad andare oltre “non una di meno”: Laura Boldrini. Come riportato da Dagospia, al programma “Un giorno da pecora” ha detto: “è stata proposta un’autocertificazione inclusiva… non costa nulla inserire una cosa come o/a così da non far sentire nessuno escluso”.

Non si smentisce mai e si commenta da sé, lei che fu presidente della camera dei deputati (classe dirigente di livello, davvero).

Ora, siccome di autocertificazione si sta parlando, si dà il caso, sia il ministero dell’interno a esitarle le autocertificazioni; e si dà il caso sia una donna a guidare il Viminale: Luciana Lamorgese.

In realtà, è ben altra la verità: al movimento “non una di meno” una cosa gli è rimasta da fare; andare a cag…

con buona pace di Laura Boldrini.

 

 


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