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Presunta estorsione: cade l’aggravante mafiosa, rigettato patteggiamento per Amendolia
Pubblicato il 08 Novembre 2011
Cade l’aggravante mafiosa e viene rigettato il patteggiamento: questi i dati salienti della sentenza emessa nella tarda mattinata di stamane, dal Gup del Tribunale di Catania Dorotea Catena, che ha giudicato, con il rito abbreviato, quattro imputati, fra cui l’ex deputato regionale (eletto nelle file dei Liberalsocialisti e poi transitato nell’Mpa) ed ex assessore alla Provincia di Catania Nino Amendolia (difeso dagli avvocati Carmelo Peluso ed Ernesto Pino), che aveva già chiesto il patteggiamento (due anni con la condizionale) e il Pm aveva dato parere favorevole. Adesso, Amendolia (per il quale è stato emesso un provvedimento di rigetto del patteggiamento), con i suoi legali, valuterà il da farsi per il prosieguo del processo. Stamane, il Pm Agata Santonocito aveva replicato alle Difese, confermando l’impianto accusatorio.
Con la sentenza emessa dal Gup Catena sono stati altresì condannati Alfio Bonnici (difeso dall’avv. Ezio Maccarrone) a quattro anni (l’Accusa aveva chiesto venti anni), Francesco Leonardi (difeso dall’avv. Francesco Marchese) a tre anni e due mesi (l’Accusa aveva chiesto tredici anni), Luigi Grasso (difeso dall’avv. Belinda Zise) a tre anni e quattro mesi (l’Accusa aveva chiesto 15 anni).Secondo la ricostruzione dell’Accusa, l’ex deputato (nella foto) avrebbe utilizzato la forza intimidatrice, in particolare tre persone ritenute vicine ad ambienti criminali, per costringere un imprenditore a pagare un debito di 150 mila euro che non gli riconosceva. Comunque, in Cassazione, in occasione del riesame delle ordinanze di custodia cautelare dei tre, l’aggravante mafiosa era caduta.
iena benanti



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