Pta di Giarre, il Gip ordina che si proceda anche per truffa aggravata. Indagato anche il marito della senatrice Finocchiaro


Pubblicato il 01 Giugno 2012

di Fabio Cantarella

Vi ricordate il procedimento penale scaturito dall’affidamento senza gara dell’appalto relativo all’informatizzazione del Presidio territoriale assistenziale (Pta) di Giarre (nella foto un momento significativo dell’evento, basta guardare alcuni dei personaggi presenti) assegnato alla Solsamb Srl che fa capo a Melchiorre Fidelbo, marito della senatrice Anna Finocchiaro? Ieri si è registrato un importante colpo di scena al Tribunale di Catania perché il Giudice per le indagini preliminari di Catania, Marina Rizza, ha ordinato al pubblico ministero Alessandro La Rosa di riformulare il capo d’imputazione contestando a tutti gli indagati, oltre all’abuso d’ufficio, anche la truffa aggravata nell’erogazione di pubbliche forniture. E, peraltro, gli ha anche ordinato di valutare l’opportunità d’iscrivere nel registro degli indagati anche l’ex manager dell’Asp3, Antonio Scavone, sino a questo momento rimasto estraneo all’inchiesta.

Si tratta di un procedimento penale che vede indagate persone di primo piano all’interno del mondo della sanità catanese e regionale, da, come dicevamo, Melchiorre Fidelbo (marito della senatrice del Partito democratico, Anna Finocchiaro, che alle ultime regionali si candidò contro Raffaele Lombardo, perse malamente ma poi abbiamo visto come il Pd con la benedizione della stessa senatrice decise di entrare a far parte del governo regionale) che è indagato in qualità di amministratore unico della Solsamb, insieme all’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Giuseppe Calaciura, al direttore amministrativo dell’Asp, Giovanni Puglisi, e alla responsabile del procedimento, Elisabetta Caponetto. Al centro dell’inchiesta c’è la delibera n.1719 del 30 luglio del 2010 che ha autorizzato l’Asp di Catania a stipulare un convenzione con la Solsamb per il Pta di Giarre. Una delibera per un appalto milionario che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, l’ex manager Antonio Scavone non risultava tra gli indagati, in quanto la Procura di Catania aveva ritenuto che non sussistessero a suo carico elementi di rilevanza penale. Invece, secondo il Giudice per le indagini preliminari, Marina Rizza, la posizione di Scavone andrebbe rivalutata, ai fini di una eventuale iscrizione nel registro degli indagati, perché essendo stato sino al 2009 manager dell’Asp 3 catanese, avrebbe messo in moto la macchina che burocraticamente ha consentito, nel giro di circa due anni, l’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione del Pta di Giarre, alla Solsamb Srl rappresentata da Melchiorre Fidelbo.

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