“Scosse telluriche” alla Flc di Catania: “sfiduciato” Renda (fedelissimo di Rota)


Pubblicato il 23 Ottobre 2020

di iena incoerente marco benanti

Il “Black Thursday” di Tino Renda inizia di buon mattino, quando la Flc-Cgil nazionale e regionale – ossia la categoria che rappresenta i lavoratori della scuola – assieme alla Cgil Sicilia, rappresentata da Alfio Mannino, convoca in videoconferenza, per ascoltarli e consultarli, i componenti dell’assemblea generale della Flc-Cgil provinciale, di cui Renda è segretario da appena due anni. All’ordine del giorno, le “turbolenze” che da mesi scuotono la categoria e il malessere dilagante dei suoi dirigenti nei confronti della “gestione” Renda, sia sul piano categoriale che su quello confederale, considerata politicamente e sindacalmente “rovinosa”, autoreferenziale e totalmente “subalterna” a Giacomo Rota, segretario generale della Cgil catanese, presente anch’esso alla consultazione, in qualità di osservatore, assieme a Vincenzo Cubito. ex consigliere comunale del Pd, “figlio d’arte” del più noto Salvatore Cubito (segretario della Funzione Pubblica Cgil di Catania) e attuale responsabile organizzativo della confederazione per volontà – parrebbe – di Concetta Raia.

Rota, a quanto pare, non avrebbe aperto bocca per difendere il “fedelissimo” Renda dalle “accuse” mosse dalla maggioranza dei dirigenti (che solo una settimana fa avevano disertato in massa la riunione del direttivo per lanciare un segnale politico al segretario), lo stesso Renda che l’ha sostenuto nella lunga e dilaniante battaglia politica interna degli ultimi due anni, di cui Rota è stato l’artefice, che si è conclusa con l’esilio degli “oppositori” e delle voci critiche, primo tra tutti l’ex segretario provinciale Claudio Longo.

All’epoca dell’estromissione “manu militari” di Longo, in un’intervista di Debora Borgese che fece discutere, Renda, nel motivare difficoltà la sua firma ad un documento di sfiducia contro Longo (promosso dalla segreteria provinciale Cgil e dai segretari di categoria fedelissimi a Rota ad eccezione della Fiom Cgil), si spinse addirittura ad “attaccare” Luca Cangemi, anch’esso dirigente del sindacato scuola, considerato un’istituzione tra i docenti catanesi. Qui un estratto dell’intervista di Borgese:

“Raggiungiamo telefonicamente Tino Renda, il segretario FLC, il sindacato della conoscenza.

Renda, mi spiega i motivi per cui ha firmato il documento di sfiducia? «Non credo di doverle dare queste spiegazioni», risponde perentorio. Neanche se gli avessimo chiesto il codice segreto del bancomat.

Lei si è confrontato con i suoi iscritti prima di firmare il documento di sfiducia? «Non sono tenuto a risponderle», ribadisce Renda in evidente crisi di… “conoscenza”.

Ma Luca Cangemi, che è iscritto alla sua categoria, l’altra sera ha parlato di un attacco alla Democrazia! Renda si irrigidisce ancora di più: «Cangemi si assume le responsabilità di quello che dice!», risponde con un tono vagamente “minatorio”.

Claudio Longo ha detto che non esistono motivi politici… «Claudio Longo si assume la responsabilità di quello che dice», risponde Renda mentre noi abbiamo la sensazione di parlare con un Bot.

Va bene, buon giorno, la saluto”.

L’esito della consultazione di ieri, rappresenta di fatto un atto di sfiducia a Renda e l’apertura di una nuova fase che sarà con tutta probabilità gestita sul piano interno alla categoria. Sembrerebbero sfumare dunque i “progetti” egemonici di Rota che avrebbe voluto “piazzare” alla guida della Flc l’ex Cisl Rosaria Leonardi, vicinissima a Enzo Bianco, oggi componente della segreteria provinciale Cgil, in cerca di ricollocazione. L’area Rota perde così uno dei suoi pilastri, uscendo ulteriormente indebolita dopo gli scontri degli ultimi anni che hanno lacerato l’organizzazione. Sul destino sindacale dello stesso Rota, che al più tardi tra circa un anno e mezzo dovrà lasciare la carica di segretario generale per scadenza di mandato incombono tante incertezze. Non sembrerebbe esserci la gara a prenderselo, scherza qualcuno.

La sua ricollocazione, insomma non sembra affatto facile, forse visto anche il “pesante know-how” del personaggio, e gli incarichi cui aspirava per una dignitosa fuoriuscita sono stati già occupati, a partire dalla Fillea regionale, gli edili Cgil, il cui segretario regionale, fortemente voluto dal numero uno della Fillea nazionale, Alessandro Genovesi, sarà quasi certamente il catanese Giovanni Pistorio, attuale segretario della Fillea catanese, dopo la fuoriuscita di Mario Ridulfo, papabile a ricoprire il ruolo di segretario generale della Cgil di Palermo. “Alla fine si troverà la quadra anche per Giacomo Rota, perché a Roma Giacomo lo hanno tutti in simpatia – commenta fiducioso qualche rotiano da via Crociferi – perché una cosa è certa: noi cadiamo sempre in piedi”.

 


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