CATANIA – “Apprendiamo, con vero dispiacere, solamente dalla stampa – afferma il Segretario Provinciale Avv. Pietro Lipera – nonostante la nostra presenza in seno al consiglio metropolitano, di esser stati totalmente esclusi dal novero dei delegati che affiancheranno il sindaco della Città Metropolitana, Avv. Enrico Trantino, nella conduzione amministrativa dell’ente. Una sgrammaticata decisone politica, atteso […]
“Sicilia sull´orlo del precipizio”. Ivan Lo Bello, vicepresidente nazionale di Confindustria, lancia l´allarme e ´richiama´ Monti
Pubblicato il 16 Luglio 2012
di iena industrializzata
La Sicilia e´sull´orlo del precipizio. A lanciare l´allarme e´il vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, e sceglie per farlo il “Corriere della Sera”. Secondo Lo Bello: “Il Governo Monti deve subito mettere mano ai conti della Regione, controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbi e residui inesigibili, perché la Sicilia rischia di diventare la Grecia del Paese, con i dipendenti e i pensionati regionali che saranno i primi a trovarsi senza stipendio in caso di crollo, e quindi il Paese deve intervenire anche superando gli ostacoli di un’autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigente per garantire a se stesse l’impunità. Siamo all’epilogo di una lunga stagione politica ed economica che non riguarda solo il governo Lombardo ma che – aggiunge – si è basata esclusivamente su una capillare distribuzione assistenziale e clientelare delle risorse pubbliche”.
Ivan Lo Bello, che per anni e´anche stato il leader di Confindustria in Sicilia ha anche aggiunto: “se fossimo stati controllati dallo Stato noi siciliani non avremmo oggi trentamila precari e trentamila forestali. Se la Sicilia fosse un’azienda parleremmo di falso in bilancio? È quel che deve controllare Monti”.
Lo Bello ha anche smentito una sua possibile candidatura alle prossime regionali in Sicilia: “per un motivo semplice, abbiamo varato un codice etico che impedisce al sottoscritto e agli altri di candidarsi a qualsiasi competizione elettorale se non decorsi tre anni dalla scadenza del mandato. E io ho lasciato Confindustria Sicilia a marzo. Siamo persone serie, se abbiamo un codice etico lo rispettiamo”.



Lascia un commento