Sotto il vulcano “sott’acqua”, “CasaCatania”: un piano per non vivere con la paura dei temporali


Pubblicato il 23 Febbraio 2013

Pieni d’ansia e timore i racconti dei cittadini dopo la “bomba d’acqua”.Enzo Bianco: “Molti spunti per il confronto di martedì con i tecnici per rendere la città sicura”

I racconti della gente comune sono stati protagonisti dell’incontro che Enzo Bianco ha presieduto a “CasaCatania” per fare il punto sui gravi problemi emersi dopo la bomba d’acqua che ha colpito la città. Storie di paura e solidarietà, come quella della signora caduta con l’auto in un tombino saltato (“sembrava un geyser”) tra via Monserrato e via Imbriani e salvata, insieme al figlio piccolo, da due giovani immigrati. O dell’altra ancora terrorizzata dopo esser stata trascinata via dalla forza dell’acqua con la sua macchina in via Santa Sofia, rimanendo bloccata per oltre un’ora, bagnata fradicia. “Adesso – dice – ho paura anche quando vedo all’orizzonte una nuvola nera”. Ci sono gli studenti di Scienze politiche rimasti bloccati per tre ore in via Dusmet, quelli sgomenti per i fiumi d’acqua riversatisi a Cibali e in via Galermo. Meno drammatica la situazione a Librino e nel Villaggio Santa Maria Goretti, di solito afflitto dai problemi causati dal dissesto idrogeologico. Ma un volontario della protezione civile del quartiere, Daniele Isgrò, denuncia la mancanza di coordinamento con i Vigili urbani: nonostante fossero stati più volte sollecitati sono arrivati soltanto dopo le 22.

Ai racconti è seguito un serrato confronto tra i cittadini, Enzo Bianco e consiglieri comunali (Saro D’Agata, Carmelo Sofia, Pippo Castorina, Puccio La Rosa, Francesca Raciti e Lanfranco Zappalà), provinciali (Giuseppe Galletta), presidenti e consiglieri di circoscrizione (Alessandro Condorelli, Ciccio Mascali, Marcello Tringali, Giovanni Cannavò). C’erano anche Francesco Marano, coordinatore nazionale municipalità dell’Anci e Livio Gigliuto, presidente regionale dei giovani Democratici.”Volevamo ricostruire l’accaduto – ha detto Bianco – in modo attento e senza pregiudizi, perché questi eventi, purtroppo, non sono così eccezionali. E non è possibile che i catanesi vivano con la paura dei temporali, come ha sottolineato una signora”.”Quello di giovedì scorso – ha aggiunto – da quel che è emerso dai racconti dei cittadini, più che un nubifragio è stato un naufragio. Causato, a quanto riferito da tutti, anche da una cattiva manutenzione dei canali di scolo. Non voglio certo trasformare questa pagina triste per la nostra città in un terreno di scontro politico. Dico soltanto che è urgentissimo mettere in sicurezza Catania non solo dal rischio sismico, non solo dalla criminalità organizzata, ma anche dal dissesto idrogeologico che, insieme alla mancata manutenzione, provoca queste pericolosissime situazioni”.Il materiale raccolto nel corso dell’incontro verrà sottoposto, martedì prossimo, sempre a “CasaCatania”, in via Oliveto Scammacca 83, ai tecnici che parteciperanno a una riunione che serva a stilare un piano per mettere in sicurezza Catania sotto il profilo idrogeologico ed evitare così che si ripetano situazioni di rischio per i cittadini. Al confronto, sempre presieduto da Bianco, parteciperanno i rappresentanti degli ordini professionali – architetti, ingegneri e geologi -, urbanisti, esponenti dell’associazione dei costruttori ed esperti.

 


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