STM annuncia 206 esuberi a Catania. La Fiom-Cgil attacca: “Regione Siciliana assente e complice. Una sconfitta politica e industriale”


Pubblicato il 30 Luglio 2025

comunicato sindacale


Durante l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, STMicroelectronics ha annunciato l’apertura di una fase di transizione industriale che comporteraà 206 esuberi nello stabilimento di Catania. Un colpo durissimo per il territorio, che arriva nel pieno di una fase espansiva per l’azienda, ma solo sulla carta per la Sicilia, e in contraddizione con le recenti rassicurazioni del governo regionale siciliano.

Rosy Scollo, segretaria generale della Fiom-Cgil di Catania, definisce l’annuncio una “scelta inaccettabile e una sconfitta politica”, aggravata dall’assenza e dal silenzio della Regione Siciliana, non presente al tavolo e incapace di assumere qualsiasi posizione a difesa dell’occupazione.

«È gravissimo che si parli di rafforzamento del sito di Catania e, allo stesso tempo, si presentino 206 esuberi come parte di una strategia industriale – dichiara Scollo – La Regione ha deliberato un cofinanziamento fino a 300 milioni di euro, più di quanto fatto dalla Lombardia, e oggi si rende complice di questa ristrutturazione con il suo silenzio. I fatti smentiscono clamorosamente le rassicurazioni ricevute nei mesi scorsi. Siamo davanti a un piano che scarica sui lavoratori i costi dell’automazione».

Il piano industriale aggiornato presentato al Capital Market nel novembre 2024 e ripreso durante l’incontro con il ministro Urso e il ministro Giorgetti, prevede il consolidamento tecnologico di Catania nel settore delle tecnologie di potenza e l’avvio della produzione di 5.000 fette di Sic entro il 2027, oltre ad attività di ricerca sul nitruro di gallio. Una traiettoria espansiva sulla carta, ma che nei fatti si traduce in un ridimensionamento occupazionale.

Mentre la Regione Lombardia ha preso una posizione chiara a difesa dello stabilimento di Agrate, rifiutando di sottoscrivere un’intesa con l’azienda e chiedendo un nuovo piano industriale con proiezione al 2032, la Regione Siciliana si è limitata a rivendicare l’impegno finanziario senza aprire alcuna vertenza sugli esuberi.

«La Regione Siciliana sta agendo come un finanziatore muto. Ma la politica industriale non si fa con gli annunci. Non si finanzia un colosso per poi accettare in silenzio la perdita di posti di lavoro. Serve un intervento immediato e una presa di posizione pubblica», conclude Scollo.

Il prossimo incontro è stato convocato per il 12 settembre.


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