Catania

TRANTINO: PROBLEMI ANTICHI, RICETTE SUPERATE

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È sempre facile parlare alla pancia della cittadinanza, stimolare le pure viscere del catanese medio esausto per lo stato di angosciante degrado in cui versa la città, offrendogli come olocausto la microcriminalità locale da stroncare.
Dinanzi al dominio incontrastato sulle strade e nei quartieri di agguerrite bande di piccoli e piccolissimi criminali dispensatori di musica neo melodica per le vie di Catania a decibel fuori controllo, la politica cittadina evoca misure straordinarie di polizia sino al potenziale uso dell’esercito, previa interlocuzione con il ministro della Difesa Crosetto, che il buon sindaco Trantino ha riferito avere interessato per un’immissione prossima ventura di soldati sul territorio.

Non si offenda il primo cittadino se speravamo in qualcosina di un po’ più originale della solita ricettina della vecchia destra capace solo di auspicare la più cieca repressione a mó di mero flatus vocis, di inefficace grida manzoniana di fronte ad una tale stratificazione della miseria talmente incancrenita nei rioni popolari da fare autenticamente rabbrividire
Ma il comandamento di Enrico il Grande, che a sessant’anni sta impratichendosi nel mestiere di sindaco dopo avere varato una giunta che offende le intelligenze cittadine, è quello della semplice caccia a “teppistelli da quattro soldi che credono di potere invadere il territorio”.
Ora per una discussione al bar può anche andar bene il tenore delle argomentazioni (?) di cui sopra, ma per chi dovrebbe predisporre condizioni di vita dignitose in una città devastata da incuria e disattenzione amministrativa dopo cinque anni di giunta Pogliese – medesima filiazione dell’attuale- siamo certi si possa fare e dire di più.
Il sindaco ed i suoi amici sono probabilmente troppo infastiditi dal rumore dei booster truccati che sfrecciano a Catania sfiorando le loro Audi fiammanti parcheggiate – male – al caffè Europa durante l’apericena.
Ma la realtà è che lo stato dei quartieri popolari e così drammatico che senza programmi di risanamento immediati e concreti – non certo i colpi di sfollagente evocati- l’impoverimento del tessuto cittadino raggiunterà vette di difficile gestibilità.
E non sarà sufficiente barricarsi a palazzo degli Elefanti o Musmeci per difendersi dal malcontento popolare alle soglie dell’abrogazione governativa – medesima filiazione della giunta etnea – del reddito di cittadinanza
Ci pensi bene il sindaco prima di propinare urbi e orbi la solita solfa securitaria

Le criticità sono un attimino più complesse

Saluti (anti) populistici.

Luca Allegra.

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Iene Sicule

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