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“Una iris per non dimenticare” A Cibali il progetto botanico in memoria di Paola Mostosi e di tutte le donne vittime di violenza
Pubblicato il 15 Novembre 2025
Il Lavatoio comunale di Cibali e Piazza Bonadies si sono trasformati in un giardino di memoria e speranza con l’iniziativa “Una iris per non dimenticare”, progetto botanico promosso dal Mpa Grande Sicilia in collaborazione con le associazioni Fiat Lux e Le Iris di Trebecco.
Un momento di forte valore simbolico e civile dedicato a Paola Mostosi e a tutte le donne vittime di violenza, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre.
A presentare l’iniziativa è stata Pina Alberghina, coordinatrice Mpa Catania, che ha ricordato il senso profondo dell’iniziativa e il legame con il territorio. Alberghina ha spiegato che “questo progetto botanico, Una iris per non dimenticare Paola Mostosi e le donne vittime di violenza, lo abbiamo voluto pochi giorni prima del 25 novembre perché ancora oggi nel 2025 siamo qui a parlare di violenza di genere, un fenomeno che non riguarda solo il singolo ma l’intera collettività”.
Poi ha aggiunto che l’obiettivo della giornata non era soffermarsi sulla violenza in sé, ma “lanciare un messaggio attraverso la natura, un messaggio di speranza, di forza, di gentilezza, in uno dei quartieri più storici di Catania, il quartiere di Cibali, dentro questo Lavatoio comunale che ha raccolto la forza di tante donne, un luogo che celebra la dignità femminile”.
Alberghina ha ringraziato in particolare Romina Roccasalvo, presidente di Next To Business, Anna Agosta, presidente Associazione Thamaia, Grazia La Cava presidente Associazione Fiat Lux, ma anche Gaia Cavaliere e Francesco Nicotra del gruppo Casbah di Cibali e le realtà che hanno sostenuto e reso possibile l’evento.
Al centro dell’iniziativa il simbolo dell’iris, fiore scelto come emblema del progetto.
“L’iris è un fiore forte, che cresce dopo l’inverno, ha bisogno di calore e di cura per aprirsi” ha ricordato Alberghina, spiegando che vuole rappresentare la forza di tutte le donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi e ricominciare, e di quelle che, come Paola, non hanno potuto farlo perché vittime di violenza.
“Una rinascita che vuol dire crescita e trasformazione urbana, sociale di un quartiere e di tutti i quartieri di Catania cuore pulsante della città da cui si deve partire anche per consegnare modelli di sensibilità”, ha concluso la coordinatrice Mpa Catania.
A fare gli onori di casa la presidente del III Municipio di Catania Maria Spampinato che ha detto: “Oggi ho rappresentato il Terzo Municipio con grande emozione, perché questo tema, da donna e da amministratrice, lo sento profondamente. La violenza sulle donne non è una vicenda privata, riguarda tutti noi ed è ormai un’emergenza sociale che non può essere più tollerata né sottovalutata, soprattutto dalle istituzioni. Servono azioni concrete, non solo parole. Eventi come questo contribuiscono a sensibilizzare la comunità e a diffondere consapevolezza, ma dobbiamo fare ancora di più. Noi abbiamo coinvolto diverse scuole del territorio, abbiamo tinteggiato con i bambini molte panchine rosse, abbiamo installato targhette con il numero 15 22, il numero antiviolenza, perché l’educazione al rispetto comincia proprio dai più giovani. Occorre però rafforzare questa rete. Penso alla creazione di tavoli tecnici e di dialogo, non distruttivi ma costruttivi, insieme alle associazioni e ai centri antiviolenza, per offrire un sostegno reale alle donne che chiedono aiuto e che trovano il coraggio di denunciare. Come istituzioni non possiamo restare in silenzio, perché il silenzio sarebbe una forma di complicità”.
Nel suo intervento l’assessore all’Ecologia del Comune di Catania, Massimo Pesce, ha sottolineato il legame tra ambiente, bellezza e dignità delle persone. Pesce ha parlato di un gesto semplice, la piantumazione di un iris, che però “è molto simbolico” e ha auspicato che non resti un episodio isolato.
“La cura di un albero, di un fiore, di un giardino, di un parco sono gesti di civiltà e di amore per la comunità e per la nostra città” ha dichiarato l’assessore, evidenziando la crescente sensibilità dei cittadini e il ruolo delle numerose associazioni che operano sul territorio.
Pesce ha anche richiamato l’impegno dell’amministrazione sulla sicurezza urbana, dalla videosorveglianza agli interventi sul decoro, ricordando che “piazze illuminate e piene di verde danno una maggiore percezione di sicurezza” e ribadendo che “Catania non deve dimenticare le donne vittime di violenza e deve lavorare perché questi eventi non accadano mai più”.
L’assessore ai Servizi Sociali, Bruno Brucchieri, ha richiamato i progetti messi in campo dal Comune per il reinserimento delle donne che hanno subito violenza.
“Sono stati finanziati due importantissimi progetti, UNITE e SCIA, per dare una possibile rinascita dopo la violenza, attraverso percorsi di reinserimento sociale e lavorativo” ha spiegato.
Brucchieri ha ricordato come, nonostante le difficoltà di bilancio, grazie ai finanziamenti del Pon Metro Plus l’amministrazione stia portando avanti iniziative “veramente significative a livello regionale e nazionale”, ponendo Catania tra le realtà più avanzate sul contrasto alla violenza di genere.
Il deputato regionale Mpa Grande Sicilia, on. Giuseppe Lombardo, ha inserito la giornata nel quadro degli strumenti normativi e delle politiche pubbliche in materia di contrasto alla violenza.
“Su questo tema c’è stato un percorso che si è rafforzato a partire dal 2018 con la legge sul Codice Rosso, che ha introdotto interventi preventivi importanti e un ruolo forte dei servizi sociali in raccordo con le procure” ha ricordato Lombardo.
Pur riconoscendo alcuni segnali di miglioramento nei dati, Lombardo ha sottolineato come “ancora si è fatto poco, i numeri ci dicono che il fenomeno è in crescita e che c’è un problema culturale alla radice, da affrontare a partire dalle scuole, con una campagna seria di sensibilizzazione e informazione”.
Il deputato ha quindi richiamato la legge regionale 3 del 2024: “Siamo stati la prima Regione d’Italia a prevedere una via prioritaria per le assunzioni di donne vittime di violenza e già a settembre 2024 ci sono state le prime unità inserite nella macchina amministrativa regionale. È un segno concreto di speranza e di dignità verso chi ha subito violenza”.
Lombardo ha infine annunciato l’impegno, in vista della prossima manovra finanziaria, a rafforzare le risorse destinate ai centri antiviolenza, alle case di accoglienza e alle comunità a indirizzo segreto.
Particolarmente emozionante la testimonianza di Cristina Mostosi, presidente dell’associazione Le Iris di Trebecco e sorella di Paola. Mostosi ha ripercorso la nascita del progetto, “purtroppo nato da un lutto familiare”, ricordando come 23 anni fa la sensibilità collettiva fosse minore e le famiglie delle vittime “venissero lasciate da sole una volta spente le luci dei media”.
“Ho voluto trasformare il mio dolore in energia positiva per la collettività” ha raccontato, spiegando la scelta di fondare l’associazione e di dare vita al progetto botanico. Un progetto che non è dedicato solo alla memoria di Paola, ma “a tutte le donne”, perché la violenza di genere “è un problema trasversale, che non riguarda il ceto sociale, il livello culturale o religioso, e che può toccare tutte”.
Mostosi ha insistito sulla necessità di un cambiamento culturale condiviso. “Noi donne da sole non ce la faremo mai, abbiamo bisogno dell’aiuto degli uomini, perché il problema è anche maschile. La cultura patriarcale con i suoi stereotipi imprigiona anche gli uomini, non li rende liberi di essere sé stessi”. Il progetto, ha spiegato, è “un progetto gentile, non urlato, che parla di cura, rispetto e gentilezza” e che, attraverso l’adozione e la cura di un’aiuola di dodici iris, “instilla il seme della speranza e trasforma un lutto individuale in un lutto collettivo, in un impegno comune”.
A chiudere gli interventi è stato il presidente del Consiglio comunale di Catania, Sebastiano Anastasi, che ha ricordato come l’iniziativa sia nata dall’intuizione di Pina Alberghina e dal lavoro condiviso con le associazioni del quartiere e il Terzo Municipio.
Anastasi ha sottolineato il valore simbolico del Lavatoio di Cibali, definendolo “fulcro della storia della città” e punto di incontro tra memoria, comunità e futuro.
Il presidente ha richiamato la necessità di trasformare momenti come questo in impegno concreto e continuativo. “Se le donne nelle istituzioni, insieme agli uomini, non traducono emozione, rabbia, amore in attività amministrativa, non andiamo da nessuna parte” ha detto, invitando a non limitarsi alle celebrazioni ma a costruire percorsi stabili.
Anastasi ha infine offerto la massima disponibilità della Presidenza del Consiglio comunale a sostenere, anche in prospettiva, progetti che valorizzino il Lavatoio e il quartiere Cibali come luoghi vivi di socialità e cultura.
L’evento si è concluso con la piantumazione, effettuata proprio dai relatori dell’evento, delle iris nell’aiuola di Piazza Bonadies, alla presenza delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini intervenuti, seguita dalla benedizione del parroco Don Gianluca Giacona, della Chiesa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria.
Un gesto semplice, carico però di significato, che vuole ricordare le donne uccise, sostenere chi oggi subisce violenza e ribadire l’impegno di Catania e della comunità siciliana a costruire, ogni giorno, una cultura del rispetto e della non violenza.



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