Allacciate le cinture! Parla Gianni Coppola. E non solo del suo nuovo libro…


Pubblicato il 23 Gennaio 2024

Gianni Coppola, l’idea di questo nuovo libro come ti è venuta?

L’idea seminale va individuata nel bisogno di ribellarmi al tartufismo sciocco ma dannoso che da molti anni tiene imprigionata questa nazione. Poi se ne sono aggiunte altre.
In virtù di quel realismo critico a cui mi ispiro, c’è molto Catania e poco catanesità. Io considero quest’ultima non una qualità, ma un limite doloroso e pernicioso. 

Chi sono i protagonisti del tuo ultimo libro? Sono frutto di fantasia o hanno aderenza al reale?

Il mio è un realismo critico e pertanto i miei personaggi non sono per niente frutto della fantasia. Li definirei disincantati, alcuni persino resistenti nei confronti di quel solipsismo ideologico che da molti anni tenta di omologare e appiattire tutto e tutti.

Quanto c’è di Catania e di catanesità in questo nuovo testo?

In virtù di quel realismo critico a cui mi ispiro, c’è molto Catania e poco catanesità. Io considero quest’ultima non una qualità, ma un limite doloroso e pernicioso. 

Questi tipi umani hanno connotazioni politico-ideologiche?

Certo, uno in modo particolare: il professore. Un extraparlamentare che ha dovuto scontare la galera solo per le sue idee, per il suo ostinato desiderio di esistere nel rispetto della sua appartenenza contraria. Diciamolo senza remore: in Italia i ghetti esistono dalla fine della secondo conflitto mondiale, luoghi dove hanno confinato tutti coloro che avevano idee diverse dagli egemoni politici e culturali.  E l’egemonia è stata esercitata solo dalla sinistra.

Le tue idee politiche sono note, ma c’è qualcosa che non va giù di questa Destra, almeno nella versione attuale?

La sinistra al governo non mi convince; la destra  al governo mi confonde. Sì ci sono alcune cose di questa destra che non condivido, non capisco e non giustifico. La politica estera, ad esempio…un disastro. Io non lo so che cosa intendano molti per destra, ma se vogliono dare quel significato che la sinistra vuole affibbiargli, e cioè quel movimento di idee che rifugge dal liberalismo, dall’atlantismo e dal marxismo, che preserva il sentimento di identità nazionale, che afferma il primato della politica sull’economia, che si oppone alla trascendenza sia orizzontale che verticale e che si ispira al sentimento spiritualistico della comunità anziché a quello materialistico della società, allora questa al governo non c’entra proprio niente con la destra.

Esiste, a tuo avviso, un modello culturale dominante nell’Italia del 2024?

Certo che sì, l’ho detto poco fa. In Italia se non appartieni ad una parrocchia ben identificabile, sei escluso da tutto, persino dalla ricreazione. In Italia ancora oggi se vuoi lavorare nel campo dell’arte, dello spettacolo, dell’informazione, della formazione e dell’istruzione devi aderire anima e corpo ad una ideologia, sennò ti aspetta il ghetto di cui ti ho accennato poco prima, l’isolamento e pane e acqua. Hanno voglia di dire che non è vero, i fatti li smentiscono senza alcun dubbio.

I protagonisti dei tuoi libri sono dei “vincenti” o dei “perdenti”? A proposito, come significa per te “vincere” o “perdere” nella vita?

I protagonisti del mio romanzo sono dei disillusi, hanno fatto bene i conti con la realtà e con la durezza della vita. Ma hanno gli strumenti morali e intellettuali per resistere. Oltre che una buona scorta di bourbon e di blues. 

Vincere per me significa superare gli ostacoli che si incontrano lungo il cammino non sempre agevole della vita; significa rimanere aderente ai valori in cui si crede anche a rischio di essere ghettizzati, additati e sanzionati; significa non fare mai un passo indietro quando c’è da difendere una posizione di ideali e di valori.

L’amore è un altro tema dei tuoi libri, spesso visto come fonte di sofferenza. Ma forse non è una tema a cui viene dato troppa importanza?

L’amore, o meglio la sofferenza d’amore è l’unica cosa davvero democratica, perché non ha rispetto delle condizioni sociali, economiche; perché non ha rispetto delle razze, del genere e dell’orientamento sessuale. Il sesso , invece, è riscatto, lotta sociale, atto rivoluzionario. Credo che il tema dell’amore non è mai sufficientemente trattato, perché è determinate e condizionante nella vita degli esseri umani e pertanto molti aspetti e altrettanto scelte non andrebbero capite se non si riserva molta attenzione al tema dell’amore. 

A proposito di visione della vita, cosa significa per te coerenza?

La coerenza è rigidità, è una gabbia strettissima che non ti permette alcun movimento e non ti permette di capire il movimento della storia. Si usa il grimaldello della coerenza troppo facilmente e nei modi sbagliati, e spesso si usa per colpire un nemico, un avversario e casualmente chi lo usa ha più di una fabbrica di scheletri dentro l’armadio.

Scusa, un attimo: ma perché i ragazzi di destra, spesso di buona famiglia, si scagliano sempre contro i poveracci? Non sono forse le “persone perbene”-spesso di sinistra- le più pericolose per la società?

Mi dici un caso di ragazzi di destra che si sono scagliati contro i poveracci? Invece, mi trovi perfettamente d’accordo sulla seconda parte della tua domanda. L’ipocrisia di certe “ persone perbene di sinistra” ha fatto danni inestimabili nella formazione e nei cervelli di intere generazioni. 

Gianni, un’altra cosa: ma la sinistra di oggi rispetto a quando hai cominciato la tua militanza politica è cambiata?

Quella di oggi non è quella sinistra che ho conosciuto io quando sul finire degli anni 70 ho iniziato ad occuparmi di politica. La sinistra di allora si preoccupava di temi sociali, si poneva a difesa di certi valori fondanti come la famiglia, si poneva a muso duro contro ogni tentativo di monopolio della finanza, non andava a banchettare con il grande capitale. Oggi è un circo Barnum la sinistra, un grand guignol che quando non disgusta, fa divertire. Insomma, non bisogna prenderla sul serio.

Gliela dici una cosa di Destra al sindaco Trantino, tipo: “tieni lontano da Catania gli affaristi borghesi”. Che ne dici?

 Trantino non è peggio di chi l’ha preceduto e qualche sua decisone mi ha convinto. Gli affaristi borghesi, così come li definisci tu, hanno in ostaggio la città da troppi anni. Ci vuole molto coraggio e nulla da perdere per togliere Catania dalle loro mani. Non lo so se Trantino ha quel tipo di coraggio e se non ha nulla da perdere. Bisognerebbe chiederglielo a lui.

Finale: ma perché tutti vanno a vedere il film della Cortellesi? Non sarebbe meglio un film porno?

La Cortellesi fa una operazione ruffiana. Riprendendo la domanda che mi hai fatto sul modello culturale dominante, questa è la migliore prova che se tratti argomenti omologati e graditi all’egemone, hai garantito un posto al sole. Non ho visto il film della Cortellesi e non ho intenzione di vederlo. Io ho una visione di vita ostinata e contraria, la cultura del gregge mi terrorizza. I porno? Io li inserirei nei programmi scolastici, altroché!


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