Battaglia dell’acqua: vinto il primo round

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DI GIUSEPPE BONACCORSI

 

E’ la prima battaglia vinta dagli acquedotti nella guerra dell’acqua esplosa per le tariffe energetiche degli ultimi mesi che stanno registrando aumenti del 300%. Bollette che mettono a serio rischio di sopravvivenza quasi tutte le aziende siciliane che estraggono l’acqua, come sull’Etna, da profondità addirittura superiori ai 400 metri. Questa crescita inarrestabile dei costi energetici, se non corretta o riveduta, rischia di abbattersi come una mannaia, nel volgere di due anni sui cittadini, quando l’Arera darà il via libera alle società di spalmare su tutte le famiglie i costi energetici di questi ultimi mesi. In fondo è l’effetto di quello che stiamo già pagando tutti per l’aumento esponenziale del costo delle risorse energetiche, causato soprattutto da una guerra, quella in Ucraina, che sembra lontana dal concludersi.

Comunque la prima battaglia è stata vinta davanti al Tar di Milano dove un gruppo di aziende idriche comunali – presente la Sidra di Catania – ha presentato ricorso contro quelli che definisce aumenti ingiustificati disposti dall’Arera. Il tribunale amministrativo meneghino, esaminate le carte, ha accolto il provvedimento disponendo che l’Arera ritiri la delibera n. 639 del 30 dicembre 2021 attraverso la quale ha disposto l’aumento delle tariffe elettriche disposto e la riveda per permettere di adeguarla alle esigenze delle aziende idriche. “L’Arera – ha spiegato il presidente di Sidra, Fabio Fatuzzo – ha inviato una nota in cui si impegna a rivedere le tariffe fissate entro il 24 maggio del 2022, quindi stiamo attendendo per capire cosa disporrà L’Autorità di regolamentazione dei servizi”

– Ma sino al 24 maggio che tariffe saranno applicate?

“Quelle che sono state approvate a fine dicembre. Vedremo cosa accadrà e semmai torneremo ad agire. Dubitiamo, infatti, che le tariffe nonostante il pronunciamento del Tar saranno realmente equiparate alle esigenze delle aziende idriche”.

– Ma questo significherebbe non rispettare una sentenza…

“Secondo noi l’errore dell’Arera sta nel fatto di aver consentito aumenti assurdi dell’energia, mentre avrebbe dovuto porre dei limiti, tra l’altro non tenendo conto che aumentando così l’energia c’è un settore, quello idrico, bene di prima necessità, che ne subisce le conseguenze. Noi, per essere chiari, siamo passati da una bolletta di 400mla euro al mese alla nuova di un milione200mila e attualmente ci siamo stabilizzati su un milione di euro, ben 600 mila euro in più al mese solo per il costo dell’energia. In un anno diventano 7,2 milioni in più da pagare, somma che può non solo far sballare un bilancio, ma mandare all’aria le aziende pubbliche, come è già capitato per alcuni acquedotti privati”.

Ma lo Stato che fa?

“Finora ha deliberato interventi inefficaci. Perché non ha senso, per decreto, disporre la rateizzazione delle bollette di maggio, giugno. Noi abbiamo richiesto la rateizzazione al nostro fornitore e questo ci ha risposto: “Potete chiedere tutto quello che volete, ma noi non possiamo accettarlo perch l’energia che vi diamo adesso l’abbiamo già pagata il primo del mese”. Dunque siamo davanti a un bluff dal quale potremmo uscirne se lo Stato ci concedesse il credito di imposta. E vorrei che fosse chiaro che a causa di questi enormi aumenti lo Stato sta avendo introiti molto più alti di prima, attraverso l’Iva”.

-Senza interventi efficaci quanto ancora potrete resistere?

“All’incirca altri sei mesi. Poi anche noi potremmo non essere più nelle condizioni di andare avanti. E se cominciano a chiudere anche gli acquedotti pubblici a quel punto lo Stato dovrà intervenire direttamente. Non potrà certo dire….Poi vediamo”.

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Benanti

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