Calcio Catania: l’estate sta finendo, un altro anno se ne va? Speriamo di no

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Catone il Censore (Siciliano)

Dopo gli ultimi due disastrosi campionati che hanno, purtroppo, ricacciato nelle “stalle” i sogni di una tifoseria rossoazzurra felice di aver visto per anni, da vicino, le “stelle”, ci accingiamo a vivere con passione (pochina in verità) e trepidazione (tantissima), la stagione agonistica 2015/16 che segna, ahinoi, il mesto quanto tragico ritorno del Catania nei campi torridi quando non infuocati della vecchia serie C, novella lega Pro.
Quanti ricordi, aneddoti, leggende più o meno metropolitane legate agli indimenticabili anni della C, conserviamo gelosamente nei nostri cassetti.
La storica trasferta di Pisa, ad esempio, era il 3 Giugno 1979, alla penultima giornata di un campionato esaltante che vide purtroppo cadere all’Arena Garibaldi un grande Catania capolista (2-1 il risultato finale, pareggio momentaneo di Damiano Morra) poi superato al fotofinish dal Matera e proprio dai nerazzurri del mitico presidente Anconetani, mai mitico e amato però quanto il più grande presidente rossoazzurro di tutti i tempi, il cavaliere Angelo Massimino.
E poi il vulcanico mister Rambone, il vecio sor Guido Mazzetti sempre pronto a correre in soccorso nei momenti di difficoltà o il freddo ma bravo  Lino de Petrillo. E ancora il panzer Mimmo Labrocca, il bomber tascabile Marco Piga, nato a Palau, provincia di Sassari, la rete di Frigerio a Reggio Calabria, le punizioni di Bertini, il fluoro di Renzo Barlassina nel cerchio di centrocampo e la coppia terribile Rappa e Labellarte.
Tempi andati quei tempi, belli, intensi, emozionanti anche nelle sconfitte.
 Niente Sky, zero scommesse (quelle legalizzate almeno… ) migliaia di chilometri per seguire la squadra del cuore, per vedere giocare la maglia rossoazzurra in ogni dove, insomma lacrime (tante ), sangue, sudore e soddisfazioni (altrettante).
Oggi invece è tutto maledettamente diverso, freddo, meccanico, un grande circo mediatico che diverte sempre meno e disgusta sempre più.
Non intendiamo ripercorrere le tragiche tappe degli ultimi mesi: sono sotto gli occhi di tutti, ai posteri l’ardua sentenza.
A noi oggi, interessa solo capire, – 9 o meno, quale futuro avrà quest’immenso patrimonio dell’intera comunità etnea, chiamato Calcio Catania.
Le premesse sono purtroppo tutt’altro che incoraggianti: le trattative per un cambio al vertice societario
– oggettivamente auspicabile e reclamato a gran voce dall’intera città – sono bloccate, la squadra è più che un cantiere aperto, l’allenatore non ha nessuna esperienza se non pochi  indecifrabili mesi a Castellamare di Stabia, l’ambiente è giustamente gelido – come dargli torto – e tra pochi giorni parte il campionato che vede, tra le favorite,  le corazzate Lecce e Benevento su tutte.
Tornano i derby, Akgragas (ottimo mercato fin qui) e il redivivo Messina, e tornano soprattutto i campi torridi quando non infuocati della vecchia serie C, oggi novella lega Pro: Catanzaro, Ischia, Matera, Andria, Caserta, Cosenza tra gli altri.
E noi?
Speriamo proprio di smentire il vecchio “non c’è due senza tre” e di salvare almeno per quest’anno la categoria, quindi zero chiacchiere e per favore, allestite una squadra degna di rappresentare blasone, colori, tradizione e importanza, noi siamo il Calcio Catania è bene non dimenticarlo mai, non possiamo più permetterci certe figuracce!
Il Catania non si discute, si ama.
Dimostratelo.

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Redazione Iene Siciliane

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