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VINCENZO GRELLA: DIRIGENTE O IMPIEGATO?

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Non guardo sempre con attenzione quanto proposto dalle testate sportive locali: tra ospiti spiritati, ossigenati bellimbusti, figuranti d’infim’ordine, omuncoli con il piattino in mano, questuanti in braghe di tela, tutti personaggetti messi lì a popolare teatrini simili più a vaudevilli buffoneschi che ad effettivi interscambi d’opinioni e di pensieri con interlocutori autorevoli.
Ha fatto eccezione l’intervista confezionata da Attilio Scuderi a “Catanista” con l’amministratore delegato del Catania FC Vincenzo Grella: il ruolo del dirigente (sic!) di maggior rilievo sul territorio del sodalizio di Pelligra solleticava infatti il mio interesse.
L’aspetto che maggiormente lascia pensare alla fine della deludente esibizione è quanto non detto dall’ad etneo e soprattutto quanto alluso.
Per una volta le responsabilità non sono addebitabili agli intervistatori, che in linea di massima hanno posto i quesiti corretti pur con qualche ammiccamento dialettico.
Se la sostanza degli interrogativi è risultata essere fondata è emerso come Grella ambisca evidentemente a riposizionarsi come surfista abile come è stato a deviare le domande più puntute. L’ex giocatore dell’Empoli, ormai con cravatta istituzionale d’ordinanza al seguito, ha detto zero sulle immediate strategie societarie provocando la malcelata – e comprensibile – delusione dello Scuderi, avallando tra le righe – e la circostanza non farà contenta la piazza – quanto chi scrive aveva vergato pubblicamente molti mesi addietro : cioè l’intendimento ad una stagione di mero assestamento con la ricerca di atleti dal costo contenuto ed il rifuggimento dai top players della categoria richiedenti esosi ingaggi.
Il tutto all’indomani della scelta di un tecnico che costituisce un’autentica scommessa reduce com’è da un’esperienza in un comune – Fiorenzuola d’Arda- con poco più della metà degli abitanti di San Giovanni la Punta, e con uno stipendio che – mi viene raccontato – colloca il buon Tabbiani nella parte meno nobile del ceto medio italiano.
Non buone premesse per gli sportivi.

Catania va criticata anche ferocemente quando lo merita – e motivi per farlo ce ne sono tanti – ma che il capoluogo etneo in serie C debba ambire alla vittoria del campionato ed ad un ambizioso percorso nella parte sommitale – molto sommitale – della colonna di sinistra della classifica è una verità incontrovertibile.
E non solo per un discorso economico, giacché anche l’uomo della strada sa che in terza serie si bruciano euro senza un ritorno che la conformazione del campionato non consentirebbe neanche se ci fosse uno stadio di abbonati.
Ma perché fare passare l’idea che l’ambiente possa accettare un campionatino di piccolo cabotaggio in C è come bestemmiare in chiesa.

Il quesito che segue appare pertanto opportuno: Grella è un dirigente di prima linea con potere di firma ? Od un modesto impiegato che attende direttive dal suo datore di lavoro ?
Perché nel primo caso gli suggerisco di modificare impostazione d’emblèe per la sua serenità e per il suo standing da esponente societario apicale ancora tutto da scrivere.
Nel secondo caso non è l’interlocutore giusto per ricevere risposte in quanto necessitato all’imboccamento dell’effettivo titolare delle leve di comando.
Ad ogni modo in città si attende il varo di una squadra competitiva ed una comunicazione largamente più trasparente e sincera
Non ci sono alternative sensate

Saluti attendisti

Luca Allegra.

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Iene Sicule

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