Sono i patronati che controllano i voti a Catania, ricattano i parlamentari e chiedono prebende ed altre utilità. Il consiglio comunale di Catania è, come direbbe Ugo Fantozzi: una cagata pazzesca!
In quella assise infatti non siede più nessun rappresentante del mondo accademico, nessun rappresentante del ceto industriale, nessun rappresentante del mondo sindacale e alcuni ordini professionali sono del tutto privi di rappresentanza: circa il 70% dei suoi rappresentanti è composto da operatori di caf e patronato.
Questi, se da un lato, grazie alla mole della loro utenza, diventano campioni di consenso e di preferenze, dall’altro lato, pagano le loro lacune culturali in termini di preparazione professionale e culturale.
Risultato: Catania sta facendo schifo!
Serve una seria riforma elettorale, per consentire ai partiti di fare il loro mestiere: selezionare la classe dirigente (anziché essere vittima dei ricatti dei galoppini elettorali) e cessare il fenomeno di questo falso e truffaldino civismo che vede la proliferazione di liste civiche che in realtà fanno sempre riferimento ad un capobastone pieno di voti.
La Sicilia è a statuto speciale, quindi ha piena potestà legislativa per organizzare gli enti locali: cosa aspettano lor signori parlamentari regionali – che in Sicilia chiamiamo onorevoli – a migliorare questa situazione? A studiare un sistema migliore di selezione della classe dirigente?
Se non interverranno finirà che faranno schifo anche loro.
Euplio.
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