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CONDANNATO IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE RICCARDO PELLEGRINO: ENNESIMA “MALACUMPASSA” GIGANTE DELLA POLITICA SICULA

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Pur augurandogli subito di essere assolto nei successivi gradi di giudizio, la condanna (che attiene a fatti non legati al comune di Catania, lo ricordiamo) in primo grado del vicepresidente del consiglio comunale di Catania Riccardo Pellegrino (FI) conserva un significato politico evidente. Al di là di ogni valutazione giudiziaria, che resta in questo momento parziale. Come ricordiamo -se non per dovere di cronaca- le vicende familiari di Pellegrino, leggasi il fratello

https://www.lasicilia.it/cronaca/catania-processo-ippocampo-diventano-definitive-le-condanne-per-i-carcagnusi-1837410/ . Ognuno risponde delle proprie azioni, non di quelle di altri.

Restiamo garantisti, che significa essere contro la cultura del sospetto. Ma anche contro la cultura della sabbia.

Allora, le questioni sono politiche e sottolineiamo politiche:

  1. Riccardo Pellegrino si dimetterà da vicepresidente del consiglio comunale? Sembrerebbe che sia probabile questa scelta.

A nostro avviso, è doverosa, com’è doveroso, in attesa dei successivi gradi di giudizio, non dimettersi dal consigliere comunale.

  1. L’assessore regionale all’economia Marco Falcone, importante esponente di Forza Italia, avrebbe contribuito, secondo non pochi, all’elezione alla carica di vicepresidente del consiiglio comunale di Pellegrino. Ha sbagliato. Politicamente. Ne prenda atto, anzi lo dica. E faccia scelte più oculate.
  2. Il sindaco di Catania Trantino, anche oggi, si trova a vivere una situazione di stampo pirendelliano: da mesi scrive post e fa dichiarazioni sul senso civico, sulla legalità, sul rispetto delle regole. Poi accade che resti silente sul “Caso Di Martino” e oggi “incassi” la condanna -in primo grado- del suo vicepresidente del consiglio comunale. Niente male.

Considerazione politica finale: come accade da decenni, la politica rimane “a rimorchio” della magistratura. Questa politica è incapace di gestire i processi e le scelte adeguate. La magistratura resta di fatto “supplente” anche per questo. E la politica catanese si conferma incapace di selezionare la classe dirigente.

iena marco benanti.

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Benanti

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