Congresso Cgil, cronaca semiseria della prima giornata


Pubblicato il 12 Gennaio 2023

La luce pallida del meriggio riverbera sugli occhiali da sole di un dirigente, infilza la porta a vetri dello Sheraton e “trancia” di netto un capannello di delegati che si attarda nella hall dell’hotel in attesa dell’inizio dei lavori.

C’è euforia. E attesa. Arriva Enzo Bianco e raggiunge la sala del congresso Cgil a passi veloci. Passa il sindaco di Militello, Giovanni Burtone. Passa la deputata Pd Ersilia Saverino. Alcuni chiacchierano sui divanetti dell’area bar. Ad un certo punto, uno “strillone” urla: “Entrate, iniziamo!” e in un batter di ciglio, incredibilmente, si è tutti materializzati in sala, effetto teletrasporto di Star Trek. Si spengono le luci e viene letto, prima, un bel discorso di Giuseppe Di Vittorio, il padre della Cgil. Una “immensa” interpretazione dell’artista Nicola Costa presentato da Cristina Squillaci. E poi, ad abundantiam, il consueto “videopippone” ammazzatempo, alla cui visione sono costretti tutti i convenuti, quasi come in quella scena di “Arancia Meccanica”.

Ma quando si riaccendono le luci, i fotogrammi del congresso si fanno più vividi. Pierpaolo Montalto, segretario di Sinistra Italiana e instancabile “tessitore”, siede in prima fila accanto a Maria Grazia Leone (esiste!), neosegretaria provinciale del Pd del “dopovillari”, che, nei suoi saluti, dirà: “Mi sono presa questa croce”. E a proposito di Angelo Villari, sì, c’è pure lui, sorride a tutti, saluta tutti, quasi ti insegue, si fa per dire, fino al bagno, per salutarti. Quando si dice la “buona politica”. In fondo alla sala, “roccioso” come un costone della scogliera di Dover, si intravede il segretario di Articolo 1, Paolino Mangano.

Più in là, più defilata, la grillina Josè Marano. Giuseppe Berretta arriva trafelato e si accomoda poco prima che inizi a parlare il numero uno della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo. In sala non vola una mosca. La relazione di De Caudo tiene “incollata” la platea alle sedie. Parte col “botto”, ricordando Salvatore Novembre, l’edile ucciso negli scontri del luglio ’60 a Catania. Parla di industria, di sanità, di scuola, di periferie: “Una relazione enorme, De Caudo ha superato le aspettative”, esulta qualcuno. “Buona, ma io avrei aggiunto un altro punto”, commenta qualche dirigente dalla digestione lenta. C’è chi si spinge a definirla la relazione del cambiamento e chi invece fa notare che non vi è alcun cenno al “predecessore”, all’indimenticato Giacomo Rota, che, presente anche lui, ad un certo punto, mentre interviene l’amministratore della Sac Nico Torrisi, esce dalla sala con gesti larghi e plateali, borbottando qualcosa di appena udibile. Qualcuno teme un attacco alla “giugulare” ma per fortuna nulla di tutto questo. Ovviamente si scherza e Rota è persona autoironica.

E le istituzioni? C’è la prefetta, c’è il questore, manca l’arcivescovo. Naturalmente, immancabile, il saluto di Maurizio Attanasio della Cisl di cui, immancabilmente, non capiamo nulla, se non “Condivido la relazione di De Caudo”. Enza Meli della Uil sembra condividere anche lei la relazione di De Caudo. E anche Giovanni Musumeci del’Ugl condivide la relazione di De Caudo. La condivide persino Montalto che nell’intervento azzarda: “Mi sento a casa mia”. Un clima da “volemose bene”, ad alto contenuto glicemico.

Sono così tanti i “big” in sala, che ad un certo punto, la presidente del congresso, Antonella Di Stefano, donna “forte” della scuola, scherza: “Consideratevi tutti ringraziati”. Sul settore destro della sala sono seduti, come un sol uomo, nel classico assetto a testuggine, quasi “statuari”, pesanti come il marmo, i componenti di “Democrazia e lavoro”, che nelle assemblee fatte con gli iscritti avrebbe preso intorno al 5% dei voti.

A concludere la prima giornata, le parole commosse di Alfio Mannino, il segretario regionale: “Sono nato in questa Camera del Lavoro – rivendica dal palco del congresso – sono cresciuto e mi sono formato qui…” E parte l’applauso.

Questa è la prima giornata del congresso Cgil, il giorno di De Caudo. Domani è previsto il dibattito. Attesissimi gli interventi di Vincenzo Cubito, segretario degli edili, di Concetta La Rosa, segretaria dei dipendenti pubblici, e della segretaria dei metalmeccanici, Rosy Scollo. Ma parlerà anche Giuseppe Glorioso, segretario Flai, un gentleman, e la “vulcanica” Giuseppina Rotella dei pensionati. Ma domani sarà anche il giorno dell’elezione del segretario, che vedrà, con un margine di errore vicino allo zero, De Caudo rieletto. Con buona pace di Giuseppe D’Aquila, gran “cerimoniere” del congresso, che per l’occasione ha messo la cravatta. A tenere le conclusioni sarà, come da programma, Lara Ghiglione della Cgil nazionale.

Ah un’ultima cosa: ebbene sì, c’era anche Marco Pitrella, fresco di tessera Pd.

Se abbiamo dimenticato qualcuno nell’articolo, consideratevi tutti ricordati.

Ps. quest’articolo potrebbe contenere tracce di satira. Si sconsiglia la lettura agli allergici.

Aureliano Buendia Secondo.


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