Qualche mese fa, dopo sua denuncia, era stata notificata in carcere un’ordinanza di custodia cautelare per usura e tentata estorsione all’imprenditore Giovanni D’Urso, coinvolto nell’inchiesta “Iblis”.
Adesso, dalla Prefettura, arrivano notizie confortanti per la sua attività che lentamente, in mezzo a mille difficoltà, va avanti: il 12 settembre scorso, è stata prorogato per ulteriori 300 giorni (il primo atto del 17 novembre 2010 era scaduto proprio in questo periodo) il provvedimento che concede all’imprenditore la sospensione dei termini delle eventuali azioni contro di lui dei creditori.
Insomma, una “barriera” per consentire di poter continuare l’opera di “risalita” della propria attività, già presa di mira da fatti criminosi. Non a caso, la Prefettura ricorda nel provvedimento che Puglia ha denunciato “gravi fatti criminosi, di natura estorsiva, usuraia ed intimidatoria…”.
Di questi tempi, nella Sicilia “sonnolenta” e talora omertosa, quel che ha fatto Puglia va sottolineato. Continua la sua opera l’imprenditore, malgrado gli atti intimidatori che ha subito e le maldicenze sul suo conto: certamente, in passato, Puglia non è stato uno “carmelitano scalzo”, ma quanto fatto in questi ultimi anni, in termini di denuncia del racket, è da elogiare. Seguiremo ancora la sua storia.
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