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Crisi di consenso in FdI: Catania “deserta” manda segnali d’allarme
Pubblicato il 18 Ottobre 2025
La base del partito di Meloni diserta gli incontri regionali. Cresce il malcontento per le decisioni calate dall’alto
CATANIA — Le sedie rimangono vuote nella sala dove la segreteria commissariata regionale di Fratelli d’Italia aveva convocato i propri iscritti. La platea, spenta e disinteressata, racconta una storia di crisi che va ben oltre l’assenza fisica dei dirigenti, dei consiglieri comunali, provinciali e regionali.
È il sintomo di un malessere profondo che serpeggia nelle file del partito più grande d’Italia proprio quando, a Roma, Giorgia Meloni e il suo governo godono ancora di solidità nei sondaggi. Ma in Sicilia, a Catania in particolare, il quadro è radicalmente diverso.
La diserzione della base durante gli incontri di sabato non è casuale. Dietro lo sfollamento degli attivisti si nasconde un conflitto di correnti che sta lacerando il partito dall’interno.
Un’erosione silenziosa ma costante di fiducia che i quadri regionali faticano a contenere.
Il malcontento della base emerge nel sentimento di chi avrebbe dovuto partecipare, con una critica ricorrente: le decisioni importanti vengono calate dall’alto, mentre alla base viene richiesto solo di portare voti alle urne. Un ruolo passivo, privo di voce in capitolo, che alimenta frustrazione e distacco.
C’è chi va oltre e parla di una “deriva democristiana” del movimento meloniano in Sicilia. Un’accusa pesante che evoca i vizi della vecchia Prima Repubblica: centralismo decisionale, gestione verticistica del potere, trasformismo.
Segnali che il commissariamento della segreteria regionale non ha risolto, anzi potrebbe aver approfondito il solco.
Iena che osserva.



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