Domenica a Partinico il ricordo della strage di 78 anni fa in cui persero la vita i due dirigenti sindacali Casarrubea e Lo Iacono. Cgii: “Espressione delle lotte del lavoro e della conquista dei diritti”


Pubblicato il 20 Giugno 2025

comunicato stampa Cgil Palermo

Palermo 20 giugno 2025 – Domenica la Cgil e l’amministrazione comunale ricordano la strage di Partinico in cui 78 anni fa morirono Giuseppe Casarrubea e Francesco Lo Iacono. La commemorazione si terrà alle ore 10, 30, in Corso dei Mille, 321, sul luogo dell’eccidio.  Interverranno: Tanino La Corte, segretario della Cgil di Partinico, Totò Bono per la Cgil Palermo,  Pietro Rao, sindaco del comune di Partinico e Erasmo Briganò, presidente del consiglio comunale. 
Il 22 giugno del 1947 i due dirigenti sindacali furono colpiti a morte durante l’assalto alla Camera del Lavoro a colpi di mitra e di bombe a mano.  In quella strage furono assassinati i dirigenti sindacali di Partinico Giuseppe Casarrubea, nato il 1 ottobre 1899, falegname, comunista, e Vincenzo Lo Iacono, nato a il 12 novembre 1909, contadino. E rimasero feriti Leonardo Addamo, Salvatore Patti e Giuseppe Salvia, che si trovavano davanti la sede sindacale. Casarrubea morì sul colpo.  Lo Iacono, ferito con trenta colpi di arma da fuoco, morì dopo sei giorni in ospedale. 
“L’’assalto avviene un mese e mezzo dopo la strage di Portella della Ginestra, con la forza e la violenza la mafia cerca di intimidire le forze democratiche – dichiarano Totò Bono per la Cgil Palermo e Tanino La Corte, responsabile Camera del Lavoro di Partinico – Tenere via la memoria delle vittime di questo vile attacco di matrice mafiosa è importante perché non venga dimenticato il sacrificio di due nostri concittadini che combattevano per gli ideali di democrazia e di uguaglianza. Pur di fermare il movimento sindacale, i contadini e le sinistre, la mafia e le destre eversive affidarono al gruppo armato della  banda Giuliano il compito di eseguire le stragi di sindacalisti colpendo le Camere del Lavoro del palermitano”. 
 Gli assalti del 22 giugno rappresentarono la diretta prosecuzione della strage di Portella della Ginestra, come dimostrarono i giudici di Viterbo, che unificarono le indagini giudiziarie relative ai due gravi fatti e li esaminarono come unico episodio di una stessa manovra stragista.


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