INDAGINE ALL’ARS: FRA COSPIRAZIONE E TIFOSERIA, CAMERATI A VOI!


Pubblicato il 20 Giugno 2025

Da animale curioso e conscio di un non sapere “socraticamente ignorante”, è per me impossibile unirmi alle profuse parole, inanellate da una sterminata sequela di messaggi solidaristici ed innocentistici, di fattura prevalentemente ma non esclusivamente destrorsa, che hanno invaso tutti i tipi di network, social e media.

Schiavo della mia indole, caritatevole e misericordiosa, non riesco a trattenere la mia empatia verso gli odierni antipatici, perché più deboli e da nessuno difesi, che nel caso di specie rivestono i pubblici ministeri di Palermo che hanno osato indagare il presidente assembleare (in gioventù autonomista, forse infante democristiano) più bello di Sicilia.

Gli inquisitori son destinatari oggi di una sconfinata e destrogira diffidenza professionale, sensazione avallata dalla querelle nazionale circa la “Nordica (perchè di Nordio)” separazione delle carriere.

L’indagato, non bello quanto il più bello dei fasci più belli, il biondo Manlio il quale a sua volta sta abbisognando di un accertamento penale per smentire una sua presunta liaison con la premier, della cui diffusione avrebbe nuociuto alle sue indiscusse qualità politiche le quali, sì forti, non cedettero nemmeno d’innanzi le “invenzioni(?)” della Procura di Catania che pochi anni addietro videro naufragare nell’ “oceano” della prescrizione il reato di truffa aggravata quando si accusò il biondo onorevole di aver ottenuto indebiti rimborsi dal Comune di Catania per circa 30 mila euro, ove vi sedeva come consigliere comunale tra il 2011 e il 2012, attraverso la simulazione di un rapporto di lavoro.

Tornando all’oggi, alla solidarietà verso la Presidenza dell’ARS, oppongo la paritaria solidarietà alla verità e alla giustizia, auspicando che – trattandosi di personalità pubblica e di grande potere – si abbia il coraggio, una volta conclusa l’indagine, di pubblicare tutti gli atti d’inchiesta e le relative difese, cosicché davvero il popolo abbia la possibilità di comprendere e di assumere una genuina opinione sull’accaduto, esulando dalle leccate e vergate parole delle tifoserie politiche sempre più partigiane e tutt’altro che giudiziose.

E quindi di dar la possibilità a quella precisa vulgata, perché socraticamente ignorante, di capire se questa inchiesta sia un grave strafalcione ideologizzato di una sinistra procura, postasi ai limiti di una cospirazione, che mal brandisce lo strumento dell’inchiesta come milizia politica, o invece si sia accesa la luce su una cricca di ladri che, anziché osannarsi, andrebbe sbattuta fuori dai palazzi che – prima del potere – sono del popolo siciliano, storicamente uno dei più colti ed al contempo più poveri e omertosi dell’opulente occidente.

Micio.


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