Catania

“Enrico Primo” alla catanese: Trantino in….Bianco?

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Il notabilato e le sue analogie. Anche a distanza di anni e anni

L’ultima “trantinata” è arrivata ieri: un post polemico contro “qualcuno”(chi?) che “si accalora con stucchevoli polemiche (ragazzi, ma c’è già tanto caldo)…”. E poi nello stesso post l’annuncio di lavori per ciclostazioni e piste ciclabili. Insomma, un’irritazione appena celata, con il solito stile quasi da annoiato aristocratico che deve ascoltare le parole della plebe o simili (chi volesse divertirsi può leggere i commenti sotto l’articolo al riguardo su CataniaToday).

In precedenza, il 19 giugno, sempre lui “Enrico Primo” (copyright “I Jove Sicilia” aveva mostrato ai microfoni della Rai un certo fastidio per il clamore per le notizie da “Bronx” che arrivano da Catania in quanto ad ordine pubblico o simili. Insomma, per Lui sono cose che accadono in tutto il mondo. Appunto: a Caracas, a Bogotà, a San Paolo del Brasile….insomma, il Sud America è con noi.

Appena insediato poi “Enrico Primo” aveva consigliato il Maalox agli scontenti dei partiti. Che, con le le loro liste, lo hanno sostenuto. E lo hanno trainato alla poltrona. Politicamente, sagace, la battuta.

Al di là delle ricorrenti gaffe (“trantinate”), il nuovo sindaco di Catania e il suo entourage sembrano ripercorrere “strade antiche”. Dai primi passi, infatti, ci sembra rivedere scenari e movenze dell’ indimenticabile “Era Bianco”: un mix di tante cose, alcune magari positive, ma insieme ad un mix di piccole e grandi arroganze (anche dall’ufficio stampa, non poche volte ridotto ad “ufficio stampa&propaganda”), di risposte infastidite, di celebrazioni mediatiche da “culto della personalità”, di “iniziative-spot”, di progetti strombazzati e mai realizzati, insomma di tanto “cinema” per non cambiare niente.

Sarà tutta una coincidenza ma abbiamo assistito alla “sclerata” alla prima uscita appena insediato e a diverse dichiarazioni in stile “aristocratico annoiato”. Quasi costretto ad ascoltare addirittura critiche! La sostanza e non la forma di ogni notabile verrebbe quasi da dire: un modello che abbiamo visto all’opera per anni con “Enzo IV”, pardon con Enzo Bianco. In questo caso, con una novità sostanziale: l’opposizione a Catania è nella forma e nella sostanza praticamente inesistente! Insomma, il sindaco gioca –in una simbolica partita di calcio- da solo, con la porta vuota e comincia… a strillare che segnare è difficile. Meglio che qualcuno non lo vuole fare segnare.

E l’atmosfera complessiva ci appare di questo tipo: basta passare qualche minuto a Palazzo per avere la sensazione quasi che sia stato già tutto deciso, che vabbè ci sono dei plebei che ogni tanto vengono a guardare (e magari a parlare!). E che addirittura non plaudono. Strano.

Certo, Catania ha un rapporto controverso con tante cose, con la democrazia in particolare e non certo da oggi. Ma quando arrivano le “battute da satira del Bagaglino” di chi si sente “forte” perché pensa di stare dalla parte dei “forti” (dimenticandosi di quando tanti catanesi lo evitavano, in quanto “perdente”) , allora il quadro “pre-bianchista” è qualcosa di più di una sensazione.

Del resto, il costume dei catanesi è stato descritto mirabilmente da Pippo Fava (che catanese era diventato, scriveva lui stesso, ma non lo era di nascita): il catanese –scriveva Fava- rispetta solo chi vince e non ha tempo da perdere con chi “cade”. Insomma, il catanese, in genere, è un vile, un piccolo borghese di provincia, abituato all’omaggio del “potente di turno”. In attesa, comunque, di un ritorno economico personale, perché altrimenti le sue “scelte di vita” prendono altre strade.

Ma insomma, vediamo dove andrà la “giunta Trantino-Pogliese-Lombardo”, con il prof. La Greca come vice (Bianco negli anni ruggenti aveva anche lui un prof. Universitario). Già si parla di fiori su Corso Sicilia (intanto “il nuovo Corso dei Martiri” è fermo al palo, ma chi sollecita i privati?), già si parla di interventi a verde in periferia, insomma siamo ancora alla “politica del fiore” ? in attesa –direbbe il catanese- dei “maccarruni” (i fatti quando?).

Ps: per quella minoranza che non vuole farsi trattare da plebe: seguite bene le vicende degli interventi previsti dai fondi europei sui quartieri e le operazioni sull’urbanistica della città. E mettete alla porta gli “oppositori di regime” dell’ antifascismo da manifestazione. Che serve solo ai Trantino di turno.

Iena marco benanti.

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Benanti

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