Catania

GLI INVESTIMENTI DEL GRUPPO PELLIGRA A CATANIA ED I SILENZI DELL’INFORMAZIONE

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Non sappiamo se in Australia esista una marca di champagne di qualità. O se magari le antiche ascendenze di Ross Pelligra lo indurranno a privilegiare un’etichetta di spumante italico. Magari in casa del patron etneo si sceglierà per il momento un vino dell’Etna. 
Di certo i frigo del boss del Catania SSD e della sua prima linea di dirigenti sono già colmi di bottiglie da stappare per i cin cin celebrativi la promozione. E ne siamo tutti lieti, e pure tanto, perché l’obiettivo era quello di una promozione in serie C senza inciampi ed ad esso si sta tendendo alla stregua di una marcia trionfale, di una cavalcata in cui sono stati sbaragliati tutti gli ipotetici avversari. Che poi neanche avversari sono visto che la profondità della rosa del Catania è stata talmente imponente da disinnescare anche le prestazioni non all’altezza del nome di alcuni degli atleti ingaggiati per il salto di qualità. 
Insomma tutto bene e tutto in linea. 
Ma il gruppo Pelligra, mentre gode della promozione prossima ventura, ambisce a porre in essere una fitta serie di investimenti immobiliari in città in una sorta di recoupling – fateci passare l’inglesismo – tra la società di calcio , traino emozionale, ed il gruppo di real estate.
Chi scrive aveva salutato con gaudio l’avvento del gruppo australiano nel contesto urbano per il rilancio dello sport oltre a pensare, convintamente per di più, che sul piatto della bilancia di un gruppo che vuole rilanciare l’industria calcio occorra mettere qualcosa. In primis un clima favorevole per i progetti immobiliari valutati quali necessari per giustificare l’investimento calcio che, dicono i bene informati, anche in D ha raggiunto vette di spesa non indifferenti. 
E noi crediamo che chi porta euro a iosa in città vada incoraggiato a farlo perché questo possa riverberarsi su una comunità, quella catanese, che di occasioni di lavoro abbisogna come l’acqua nel deserto. 
Il tutto naturalmente nelle regole e nella trasparenza

La settimana trascorsa è stata caratterizzata dall’articolo di Matteo Iannitti su “I Siciliani” in cui si paventava un trattamento smaccatamente di favore da parte dell’amministrazione locale per la società etnea cui sarebbe stato concesso l’uso dello stadio – bene pubblico – a costi clamorosamente stracciati. All’articolo è seguita la smentita del comune lesto a ritenere di avere operato nelle regole e senza cagionare detrimento alla comunità. 
Non entriamo nel merito di una questione amministrativa delicata e complessa, non vogliamo avere la protervia di dare un’ultima parola su chi ha ragione, chi mente, chi insinua, chi briga, chi traccheggia. 
Giornalisticamente però siamo certi di poter dire che lo spettacolo offerto agli occhi dei tifosi più avveduti è stato deprimente. 
Le testate, sportive e non, hanno parlato, vagamente e senza nominarlo, dell’articolo di cui sopra salvo ospitare, in un’operazione di mero copia-incolla, il comunicato dell’amministrazione comunale. Senza commenti, senza contraddittorio, senza un intervista audio limitandosi a cloroformizzare quel pizzico di coscienza civile che ancora affiora, sebbene in maniera carsica, in città e preferendo vieppiù parlare di terzini, ammonizioni e nuovi acquisti, temi ovviamente meno insidiosi di quello accennato.
La storica testata Pianeta Catania diretta da Max Licari oltre a muoversi, come gli altri peraltro, nella descritta maniera ha dato prova di un’equidistanza quantomeno periclitante. Il dirigente del comune Paolo Di Caro che tanta parte ha avuto nel carteggio di cui parlasi nel pezzo de I Siciliani, è infatti al contempo anima e socio della stessa realtà editoriale diretta da Licari in passato vicino ad ambienti della sinistra moderata locale a differenza dell’ex assessore allo sport del comune in quota Fratelli d’Italia.
More solito a Catania, anche politicamente, tutto si tiene.
Insomma non solo nessun dibattito viene alimentato per pavidità ma ci sono pezzi dell’informazione locale in cui si recitano troppe parti in commedia: in cui la mattina si riveste il ruolo della corda ed il pomeriggio quello dell’ impiccato. 
A prescindere dal tema evocato in questo scritto pertanto e del nostro favore allo sviluppo del gruppo Pelligra in pendant con le affermazioni sul campo della squadra possono svilupparsi fermenti positivi in un garbuglio politico- informativo come quello descritto ?
Non lo crediamo e da catanesi mediamente informati siamo un po’ preoccupati

Concedetecelo

Saluti equidistanti.

Luca Allegra.

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Iene Sicule

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