Il “compagno” Enrico scopre le bellezze di Catania


Pubblicato il 27 Maggio 2024

Iena comunista

“Compagno” Enrico, noto che la tua voglia di comunicare attraverso Facebook è costante. Ho letto il tuo ultimo post sulla visita al Monastero dei Benedettini. Hai usato 313 parole per un totale di oltre 2000 battute. Scrivere un testo del genere, per quanto tu possa essere estremamente abile, richiede del tempo. Sarei molto curioso, così come tanti altri catanesi, di capire come fa un sindaco di una città importante come Catania, di una città metropolitana che conta 58 comuni e titolare di un avviato studio legale a trovare anche il tempo di scrivere e pure quello di rispondere alle critiche che spesso vengono mosse.

Ma la questione caro “compagno” Enrico è un’altra. Tu vivi a Catania da sempre. Scopri solo adesso che vi sono dei siti straordinari da poter visitare? Non mi risulta che tu abbia espresso opinioni in passato, anche da assessore. E quindi parafrasando un passaggio del tuo post: ma ti rendi conto che Catania ha la fortuna di avere questi siti da decenni? Ma tu li scopri solo ora!

Sia chiaro: i social sono uno strumento che non va sottovalutato, ma non si amministra a colpi di post, oppure “improvvisandosi” vigilie urbano, guida turistica oppure operatore ecologico. Con i social, peraltro, ti rivolgi principalmente alla tua “clac”, sempre pronta a mettere un mi piace, magarsi senza aver letto quello che c’è scritto. Quanto ai commenti, è evidente che sono una sparuta minoranza di catanesi(ma non è detto). Paragonati agli oltre 350 mila abitanti della città di Catania sono una percentuale insignificante. Il virtuale non rappresenta la realtà. Il vivere quotidiano è un’altra cosa: traffico caotico, insicurezza, rifiuti, violazione delle regole. Marciapiedi e porzioni strada sono da tempo occupati da attività commerciali.

Viviamo in una città dove un incidente ha crea la paralisi del traffico per ore. Enrico, sei sindaco di una città dove, basta farsi un giro su Tik Tok per rendersene conto, che in alcune aree del territorio si scorazza senza casco e impennando sui mezzi a due ruote. E’ una città dove alcuni provvedimenti temporanei sono diventati definitivi: vedi la chiusura dello sbocco di via Caronda sulla circonvallazione. Siamo in una città dove si è deciso di demolire il ponte Gioeni, un sistema viario perfetto, e costruire una inutile rotatoria a raso che crea solo caos. Cosa succederebbe in caso di una calamità naturale? Certo, la cultura è importante. Conoscere e apprezzare le bellezze della città altrettanto. 

 Ma i problemi di Catania, caro “compagno” Enrico, restano. Ma tu lo sai molto bene. E forse è proprio per questa ragione che sposti l’attenzione altrove.

Ps: a proposito, ma con Legambiente è amore vero o soltanto un flirt?


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